Ecco il messaggio che riceviamo dal revisionista tedesco Germar Rudolf, autore dell’epocale Rapporto Rudolf[1], che è valso al suo autore anni di persecuzioni, condanne e, infine, tre anni e otto mesi di carcere nel suo paese d’origine, la Germania. Uscito di prigione il 5 luglio 2009, Rudolf, sposato con un’americana, non ha ancora avuto l’autorizzazione per tornare negli Stati Uniti con la sua donna e la sua piccola figlia. La notizia che ci fornisce è rivoltante:
Carissimi,
il 15 novembre, data nella quale scadeva il mio divieto di tornare negli Stati Uniti, il consolato [americano] di Francoforte aveva promesso che il mio caso sarebbe stato esaminato nel giro di 5 giorni lavorativi. Dopo 8 giorni lavorativi ancora nessuna reazione. I miei avvocati riuscivano a ottenere una risposta all’inizio del mese di dicembre: un funzionario del consolato presentava le sue scuse, forniva come spiegazione che il ritardo era dovuto a un cambiamento di personale e prometteva che questa volta il mio caso sarebbe stato esaminato al massimo nel giro di 14 giorni.
E allora, che dire? I 14 giorni sono passati e indovinate cosa è successo? Niente. Le richieste presentate al consolato dai miei avvocati non hanno provocato finora nessuna reazione. Allora, andiamo avanti…La prossima promessa che mi faranno sarà di quattro settimane, poi di otto, poi di sedici…
Auguro a tutti un felice Natale!
Il mio non lo sarà.
Best regards,
Germar
[1] http://vho.org/dl/ENG/trr.pdf
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