Gli ultimi sviluppi sul caso Williamson-Nahrath

Gli ultimi sviluppi sul caso Williamson-Nahrath

Ecco gli ultimi sviluppi del caso Williamson-Nahrath, che abbiamo ricevuto ieri da fonte attendibile.

Caso WilliamsonNahrath
venerdì 26 Novembre 2010

Una nota esponente del revisionismo aveva assistito in Germania al processo del giovane Kevin Käther, dove aveva potuto vedere all’opera l’avvocato Nahrath. Al suo ritorno, questa persona informa Mons. Williamson, gli descrive l’ottima prova di quest’avvocato e gli consiglia di assumerlo. “That is the man for you!” (È l’uomo che fa per voi!). Il Vescovo contatta l’avvocato, che accetta l’incarico. Mons. Williamson, che ignora totalmente i coinvolgimenti politici, passati e presenti, dell’avvocato, non si aspetta assolutamente la reazione dei media e la campagna di demonizzazione che si scatenerà di lì a poco.

Egli quindi contatta quello che fino ad allora era stato il suo avvocato, Matthias Lossmann, per metterlo al corrente della propria scelta. Costui si rifiuta di collaborare con un avvocato di destra. Mons. Williamson lo ringrazia, e gli ritira l’incarico.

L’avvocato Nahrath informa la giudice, signora Eisvogel, giovedì 18 Novembre, sul suo fax personale, che l’avvocato Lossmann ha rinunciato all’incarico e che è lui ad averlo sostituito. La giudice comprende il cambiamento e accetta di rinviare il processo in modo che Nahrath possa studiare le carte.

Esattamente 30 minuti dopo lo scambio di fax con la giudice, Nahrath riceve una telefonata dallo “Spiegel” che gli chiede cosa sta succedendo. Chi dunque poteva sapere che l’avvocato Nahrath era stato assunto se non Lossmann e il collega di quest’ultimo Krah, i cui buoni rapporti con lo “Spiegel” non sono un sergeto? La stampa si getta sul caso e lancia una campagna di demonizzazione.

Quando la notizia dell’incarico al nuovo avvocato esplode sui media, Mons. Fellay, da Roma dove si trova, contatta un sacerdote in Irlanda quello stesso giovedì sera: “[Mons. Williamson] ha assunto un avvocato neo-nazista, lo dovrò espellere!”. Il sacerdote si propone per andare, l’indomani, da Williamson per cercare di ricomporre la situazione. Williamson fa colazione con il sacerdote e, nel primo pomeriggio di venerdì, invia a Mons. Fellay una email in cui dichiara che, per il bene della Fraternità e solo per questo, rinuncia a perseguire il proprio appello davanti alla giustizia tedesca, e che di fronte alla minaccia di espulsione rinuncia dunque ad avvalersi di Nahrath. Aggiunge che se Menzingen (sede della Fraternità) vuole pagare l’ammenda, ciò sarebbe una gentilezza. Risposta immediata di Mons. Fellay: “Deo Gratias! Pagheremo l’ammenda”.

Il giorno successivo, sabato 20 Novembre, malgrado questo scambio di email con cui Mons. Williamson aveva rinunciato sia all’avvocato che all’appello, Mons. Fellay fulmina in pubblico e umilia il suo Vescovo davanti al mondo intero con la pubblicazione su Internet – su DICI, l’organo ufficiale della Fraternità – del famoso comunicato della Casa Generalizia , firmato dal padre Thouvenot, segretario generale della medesima Fraternità[1]. Mons. Williamson contatta allora di nuovo Mons. Fellay – sempre per email – per dirgli che rinuncia all’avvocato ma continua con l’appello; tale decisione viene accettata dal superiore, che riconosce al Vescovo il diritto di difendersi.

Il lunedì successivo, 22 Novembre, Mons. Williamson cerca invano per tre volte di telefonare a Mons. Fellay per avere delle spiegazioni sul comunicato di Thouvenot. Viene quindi a sapere, da un altra email della Fraternità, che Mons. Fellay ha fatto queste dichiarazioni pubbliche perché il mondo sappia che la Fraterenità non ama i neonazisti! In tutta questa vicenda, Mons. Williamson non è mai riuscito a parlare con Mons. Fellay.

In seguito all’intervento del sacerdote venuto dall’Irlanda il venerdì, seguito il giorno dopo dal brutale e inatteso ultimatum del padre Thouvenot, Mons. Williamson si è separato dunque, in termini amichevoli, dall’avvocato Nahrath. Benchè tali decisioni possano apparire come una capitolazione, il seguente proverbio non esprime forse la filosofia del Vescovo: “A willow will bent whereas an oak will snap and break” (il salice si piega, la quercia si spezza e si rompe)? Questo per dire che Mons. Williamson si è sottomesso perché non vuole farsi espellere dalla Fraternità: in realtà, pensa che può fare del bene più dentro che fuori. Nonostante la questione del revisionismo sia molto importante, restare nella Fraternità per lui è vitale. Aveva scelto Nahrath in buona fede, poiché la persona che lo aveva consigliato era convinta che era questo l’avvocato che ci voleva, sia per il suo valore professionale che per l’esperienza. Lungi dall’aspettarsi le reazioni immediate e violente dei media.

Ieri, venerdì 26 Novembre, Mons. Williamson ha affidato il proprio mandato ad un nuovo avvocato. Costui è politicamente neutro e la sua presenza non dovrebbe “offendere” nessuno. Ha inoltre un’eccellente reputazione professionale. Avendo accettato l’incarico, deve nel frattempo prendere conoscenza delle carte e poi contattare la giudice. A quel punto verrà fissata la nuova data del processo d’appello.
[1] https://www.andreacarancini.it/2010/11/mons-williamson-nomina-un-altro/

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