Avendo segnalato sabato la devastazione compiuta a Barcellona contro la libreria di Pedro Varela, citeremo, in omaggio a questo intrepido revisionista, qualche frase della sua lettera n°19 (Maggio? 2010) indirizzata ai suoi militanti. Attingiamo le nostre informazioni dall’ultimo “Courrier du continent” (Posta del continente) di Gaston Armand Amaudruz, n°524 dell’Ottobre 2010 (Casella postale 5694, CH-1002 Losanna, Svizzera):
“Maghi delle parole, maghi della legge”
Con questo titolo, Pedro Varela, direttore della “Libreria Europa” di Barcellona, riferisce di diversi processi che gli sono stati intentati a causa dei libri messi in vendita nella sua libreria, e pone la domanda: “Come vietare dei libri senza che esistano dei libri vietati?”.
“La condanna è già nota, 2 anni e 9 mesi di prigione, che si aggiungono ai 7 mesi della precedente condanna, il che fa un totale di 3 anni e 4 mesi. Era prevedibile. Nessun giudice supplente desideroso di prosperare a Barcellona oserebbe pronunciare una sentenza contro il ‘vento della storia’”. (…)
“Deduciamo che se si condanna un editore per dei libri proibiti, è perché ne esiste una lista; dove si può consultarla? Chi ne decide l’elenco? (…) E se non c’è, non ci sono libri da vietare in Spagna. (…) L’editore condannato avrebbe motivo di supporre che innanzittutto avrebbero dovuto esserlo gli autori. Ma fino ad oggi non esiste nessun autore condannato per un libro. (…)
“La giudice Estela, eretta a novella inquisitrice, afferma che le opere che questo editore mette in vendita ‘sono unilaterali quanto al loro contenuto, con una totale mancanza di pluralismo’ e ‘dirette verso un’unica linea di pensiero’. E allora? (…) Quale pluralismo si trova nelle librerie gay, evangeliche, cattoliche, anarchiche, femministe o talmudiste? (…)
Quelli che leggono lo spagnolo possono ottenere una documentazione più completa presso: Pedro Varela, Apartado Correos 34010, E-08080, Barcellona, Spagna.
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