I DISCORSI RADIOFONICI DI GUERRA DI THOMAS MANN E LA GENESI DELLE ACCUSE DI STERMINIO MEDIANTE GAS[1]
Di Thomas Kues, Agosto 2010
Thomas Mann (nato nel 1875) è uno dei più famosi scrittori tedeschi del 20° secolo, famoso per – tra gli altri – i romanzi I Buddenbrook, Tonio Kröger, Morte a Venezia, e La montagna incantata. Nel 1905, sposò l’ebrea Katia Pringsheim. Nel 1929, ricevette il Premio Nobel per la letteratura. Già prima dell’ascesa al potere dei nazionalsocialisti, Mann era stato un rumoroso oppositore della loro politica, e nel 1933 era andato in esilio. Dal 1938 al 1952, visse negli Stati Uniti, da cui si trasferì in Svizzera dopo essere stato accusato di essere un sostenitore di Stalin e citato a testimoniare davanti alla Commissione Parlamentare per le Attività Antiamericane[2]. Mann morì a Zurigo nel 1955.
Dal 1940 alla fine della guerra, Mann registrò un certo numero di discorsi in tedesco che vennero inviati alla BBC e trasmessi da Londra per raggiungere gli ascoltatori radiofonici tedeschi. I primi 30 discorsi vennero pubblicati in forma di libro nel 1943, e dopo la fine della guerra venne pubblicata una seconda edizione contenente i testi di tutti i 55 discorsi radiofonici[3]. Della maggior parte dei discorsi pubblicati viene indicato solo il mese di trasmissione; solo in qualche caso vengono fornite le date esatte. A seguire presenterò, in ordine cronologico, le dichiarazioni di Mann sulle presunte gasazioni degli ebrei e ne commenterò l’importanza.
Nel suo discorso del Settembre 1941, Mann disse che “l’idea di sterminare i popoli [Völkervernichtung] è un’idea nazista, non fa parte della mentalità delle democrazie”[4]. In tal modo, Mann vuol dire che il genocidio faceva parte dell’agenda nazionalsocialista fin dall’inizio, e diceva questo appena tre mesi dopo l’inizio della guerra tedesco-sovietica. Tale piano di sterminio, a quanto pare non riguardava solo gli ebrei, perché nella trasmissione successiva, Ottobre 1941, Mann parlò del “sistematico assassinio razziale che Hitler sta compiendo contro i francesi”![5].
Nel discorso del Novembre 1941, Mann – come vittime di genocidio – nominò non solo gli ebrei ma anche i polacchi e i serbi:
“Trecentomila serbi sono stati uccisi, non durante la guerra con questo paese [la Germania] ma dopo, uccisi da voi tedeschi su ordine di quei malvagi mascalzoni che vi governano. Le cose indicibili che sono accadute e stanno accadendo in Russia, ai polacchi e agli ebrei, le conoscete ma preferite non sapere, per il legittimo orrore, dell’odio altrettanto indicibile, che cresce sempre più e che cadrà su di voi il giorno in cui le vostre forze e i vostri armamenti perderanno il loro slancio”[6].
In questa fase, il presunto genocidio contro gli ebrei era ancora “indicibile”, vale a dire, i propagandisti dovevano ancora inventare il modus operandi da attribuire ai tedeschi. Tutto ciò, però, sarebbe arrivato abbastanza presto
Due mesi dopo, nel discorso del gennaio 1942, aveva una storia sbalorditiva da raccontare ai propri ascoltatori:
“La notizia sembra inverosimile, ma la mia fonte è buona. Numerose famiglie ebree olandesi, di Amsterdam e di altre città, come mi hanno informato, stanno piangendo i propri figli, che hanno patito una morte orribile. Quattrocento giovani ebrei olandesi sono stati portati in Germania per fungere da cavie per gas tossico. La virulenza di quest’arma di guerra cavalleresca e totalmente tedesca, una vera arma di Sigfrido, è stata sperimentata contro i giovani subumani. Sono morti, morti per il Nuovo Ordine e per l’ingegnosità militare della Razza Padrona. Almeno per questo, andavano bene. Dopo tutto, erano ebrei”[7].
Un po’ più avanti nel testo, Mann si riferisce al suddetto presunto evento come: “la gasazione di prova [Probervergasung] di quattrocento giovani ebrei”[8].
Nel suo discorso del Giugno 1942, Mann ritornò sull’argomento degli ebrei olandesi gasati:
“In una delle mie prime trasmissioni mi sono reso colpevole di una deprecabile attenuazione della verità. Ho parlato di atrocità naziste e ho detto che 400 giovani olandesi di sangue ebraico erano stati portati in Germania per essere uccisi mediante gas tossico. Ora apprendo, tramite canali indiretti, dall’Olanda, che il numero delle vittime da me menzionato era circa la metà della cifra reale. Erano quasi ottocento le persone che allora furono arrestate, portate a Mauthausen e gasate lì. La cifra esatta è stata pubblicata nel frattempo dal governo olandese [in esilio?], ma poiché non credo che abbiate già saputo tale notizia, vi trasmetto quest’informazione ricevuta privatamente”[9].
La realtà che stava dietro questa accusa è descritta da Raul Hilberg nel modo seguente: all’inizio di Febbraio del 1941, dei poliziotti tedeschi vennero attaccati da membri ebraici della resistenza. Il 25 Febbraio, il comandante delle SS Rauter comunicò che 400 ebrei, di età compresa tra i 20 e i 35 anni, erano stati inviati in un campo di concentramento tedesco. In realtà, 389 giovani vennero inviati a Buchenwald, di cui un decimo morì nei mesi successivi. I sopravvissuti vennero inviati a Mauthausen. In Giugno, vennero inviati direttamente lì altri 291 ebrei di Amsterdam. A Mauthausen, gli ebrei olandesi dovevano eseguire lavori pesanti in una cava di pietra e molti, che non morirono di stenti o di malattia, a quanto pare si suicidarono. In base alla procedura di routine, il comando di Mauthausen inviò le comunicazioni dei decessi alle famiglie dei deceduti[10]. Nessuno storico dell’Olocausto ha mai asserito che gli ebrei olandesi deportati a Mauthausen nel 1941, o anche una parte di essi, vennero uccisi mediante gas tossico. Secondo il principale difensore della leggenda della camera a gas di Mauthausen, Hans Marsalek, la presunta camera a gas omicida di questo campo non venne messa in funzione prima del Maggio 1942, e le 526 o 726 vittime presuntamente gasate (per un totale di cinque gasazioni) fino al 9 Settembre 1944, erano tutte sovietiche, ceche e polacche[11]. Così, anche da un punto di vista sterminazionista, nessuno dei circa 640 ebrei olandesi inviati a Mauthausen nel 1941 venne gasato lì.
Nella più esaustiva (2253 pagine) biografia di Mann uscita finora, quella di Klaus Harpprecht[12] – che per il resto fa spesso riferimento ai discorsi radiofonici – il fatto importante che il famoso romanziere fu una delle prime persone note – forse addirittura la prima – a parlare di gasazioni di massa degli ebrei, viene passato sotto silenzio, e non troviamo nessun accenno a quale poteva essere stata la fonte di Mann.
Il 16 Febbraio 1942, il medico ebreo-rumeno, di Bucarest, Emil Dorian, scrisse nel suo diario:
“Abbiamo appreso che uno stabilimento tedesco ha sviluppato un gas tossico particolarmente potente. La sua efficacia è stata testata su quattrocento giovani ebrei presi da un campo di concentramento. Naturalmente, sono tutti morti. Poco dopo, Thomas Mann ha parlato alla radio americana, condannando questo crimine vergognoso e attribuendone la responsabilità all’intera nazione tedesca (…)”[13].
L’imprecisato “gas tossico particolarmente potente” e il campo di concentramento non vengono menzionati nel discorso di Mann di Gennaio, almeno non nella versione stampata, il che fa pensare che in questo caso anche altre fonti diffondessero l’accusa degli stermini mediante gas. Da tutto ciò possiamo concludere che, al più tardi nel Gennaio 1942, servizi di intelligence degli Alleati o organizzazioni ebraiche avevano iniziato a diffondere l’accusa degli stermini mediante gas. Per accertare quando e dove nacque tale accusa bisognerebbe di certo intraprendere delle ricerche nelle pubblicazioni clandestine della resistenza olandese.
Nel suo discorso dell’Agosto 1942, Mann tornò a parlare dei francesi, sostenendo che i tedeschi volevano ridurre la popolazione della Francia a venti milioni[14]. Poiché nel 1939 la popolazione della Francia era di circa 41.7 milioni, ciò vuol dire che i tedeschi stavano progettando di uccidere o di provocare la morte di più di 20 milioni di francesi! In realtà, le vittime francesi durante la guerra ammontarono a 567.600, di cui 217.600 erano militari – questa cifra include anche 83.000 vittime, vere o presunte, dell’”Olocausto”[15]. Dato che il numero delle altre vittime ammontò a 267.000 – dovute sicuramente a bombardamenti, uccisioni di partigiani ecc. – l’idea che Hitler stesse conducendo una campagna di sterminio contro i francesi è palesemente ridicola.
Il 27 Settembre del 1942, Mann affermò che Goebbels aveva fatto, in un recente discorso radiofonico, la seguente dichiarazione:
“Il nostro scopo è…sterminare [auszurotten] gli ebrei. A prescindere se vinciamo o perdiamo la guerra, dobbiamo, e lo faremo, raggiungere il nostro scopo, e lo faremo. Se l’esercito tedesco fosse costretto a ritirarsi, eliminerebbe [vertilgen] sul suo cammino l’ultimo ebreo dalla faccia della terra”[16].
Il sottoscritto non è riuscito a trovare, tra i discorsi conservati di Goebbels del periodo in questione, nessuno che corrisponda alla “citazione” presentata da Mann. Inoltre, ci sono due cose che suonano subito strane riguardo ai contenuto del presunto discorso. Avrebbe Goebbels menzionato, in un discorso radiofonico pubblico del 1942, la possibilità della sconfitta, sia pure nei termini più ipotetici? E come avrebbe potuto l’esercito tedesco in ritirata “eliminare l’ultimo ebreo dalla faccia della terra”, quando la maggior parte della popolazione ebraica del mondo viveva fuori della sfera d’influenza tedesca?
Nello stesso discorso, Mann ripetè la ben nota cifra propagandistica dei 700.000 ebrei uccisi, “di cui 70.000 solo nella regione di Minsk”. Egli quindi raccontò ai suoi ascoltatori due storie di gasazioni di massa:
“A Parigi, 16.000 ebrei sono stati riuniti in pochi giorni, caricati su carri [ferroviari] bestiame e portati via. Dove? Uno che lo sa è il macchinista tedesco di cui si parla in Svizzera. Egli è fuggito lì dopo che per diverse volte aveva dovuto guidare dei treni pieni di ebrei, che venivano fermati su un binario morto, ermeticamente chiusi e dove poi venivano gasati [durchgast]. Quest’uomo non lo poteva più sopportare. Ma la sua non è certo un’esperienza eccezionale. È disponibile un rapporto preciso e autentico sull’uccisione di non meno di 11.000 ebrei polacchi mediante gas tossico. Essi sono stati condotti in uno speciale sito di esecuzione [Executionsfeld] vicino Konin nel distretto di Varsavia, messi dentro furgoni [Wagen] chiusi ermeticamente, e sono diventati cadaveri nel giro di quindici minuti. Abbiamo una descrizione dettagliata dell’intera operazione, delle urla e delle suppliche delle vittime, e delle allegre risate degli ottentotti SS, che si divertivano ad assolvere il proprio compito”[17].
Questa descrizione delle gasazioni di ebrei francesi e polacchi è in realtà rilevata dal biografo di Mann Harpprecht[18], sebbene egli si astenga dal precisare come la gasazione degli ebrei francesi venne presuntamente eseguita.
È un fatto documentato che i trasporti degli ebrei parigini cui Mann si riferisce vennero inviati ad Auschwitz, il che significa che il racconto dell’anonimo macchinista è totalmente fittizio. Mentre per il destino di questi deportati gli storici dell’Olocausto sostengono che la maggior parte di essi vennero gasati al loro arrivo ad Auschwitz, ma ci sono buone ragioni per credere che questi ebrei “gasati” vennero in realtà inviati da Auschwitz in Ucraina. Il 15 Agosto 1942, il suddetto Emil Dorian scrisse nel suo diario:
“Vi sono voci persistenti su treni che attraversano la zona settentrionale della Moldavia, trasportando ebrei dalla Francia occupata inviati dai tedeschi all’est. Si sa che 20.000 ebrei della Francia occupata sono stati recentemente deportati da lì, ma nessuno sa dove sono stati inviati. Vi sono dei particolari. Automobili sigillate, sete orribile, niente cibo”[19].
I treni che da occidente attraversavano la Moldavia settentrionale finivano probabilmente in Ucraina. Tutto ciò quadra bene con il rapporto pubblicato sul giornale clandestino Notre Voix dell’Aprile 1944 secondo cui 8.000 ebrei di Parigi (che si trovava nella parte occupata della Francia) erano stati liberati in Ucraina, in una località imprecisata, dall’Armata Rossa in avanzata[20]. Altri ebrei francesi presuntamente gasati vennero inviati a Minsk e in Lettonia, come viene mostrato nella seconda parte, di imminente pubblicazione, del mio articolo “Evidence for the Presence of ‘Gassed’ Jews in the Occupied Eastern Territories”[21].
Se è esatto che il “campo di sterminio” di Chelmno era ubicato non molto lontano da Konin – che comunque non stava nel distretto di Varsavia, ma nel Warthegau – sembra strano che si sapesse di queste presunte 11.000 vittime senza sapere nulla, a quanto pare, degli oltre 120.000 altri ebrei che erano stati presuntamente uccisi nel campo di Chelmno in quel periodo[22]. La descrizione delle operazioni omicide, secondo quanto riferito da Mann, ha poi tutte le caratteristiche della propaganda nera.
Il 27 Giugno 1943, Mann disse ai suoi ascoltatori che “quasi un milione era stato giustiziato o ucciso”[23]. Non è chiaro se si stava riferendo ai soli ebrei o anche ai non ebrei. Data la cifra dei 700.000 riferita da Mann qualche mese prima, tutto ciò significherebbe che “solo” 300.000 persone (ebrei?) erano state uccise dai tedeschi nei nove mesi precedenti.
Infine, il 14 Gennaio 1945, Mann dedicò gran parte del suo discorso a Majdanek e ad Auschwitz. Egli descrive il primo dei due campi come contenente “il più grande crematorio del mondo”[24]. Curiosamente, il numero da lui fornito delle vittime di Majdanek è di “più di mezzo milione”, nonostante che la cifra delle vittime diffusa dai sovietici all’epoca fosse di un milione e mezzo (la stima ufficiale corrente è di 78.000[25]). Forse, si trattò semplicemente di un errore, da parte di Mann. Anche più curiosa è l’affermazione di Mann che le vittime di Majdanek venivano avvelenate nelle camere a gas con il cloro[26]. Questa presunta arma del delitto non figura in nessun’altra fonte propagandistica relativa a Majdanek. D’altro canto, venne sostenuto da diversi testimoni di Sobibor che in tale “campo di sterminio” le gasazioni erano state eseguite usando il cloro[27].
La descrizione di Auschwitz da parte di Mann è chiaramente basata sul rapporto Vrba-Wetzler, ma o il famoso scrittore non aveva letto tale rapporto, o cercò deliberatamente di “migliorarlo”, perché in questo caso la cifra delle presunte vittime viene presentata non come la stima, fatta con cognizione di causa, dell’autore del rapporto, ma come la cifra esatta rivelata dall’inspiegata scoperta del “Registro della Morte”[28]. Inoltre, erano stati scoperti “centinaia di migliaia di passaporti e di documenti personali appartenenti a individui di non meno di ventidue nazionalità europee”, e non basta: “questi pazzi tenevano anche libri sulla farina d’ossa, il fertilizzante prodotto con questa operazione”[29]. Come scoperte del genere fossero state possibili rimane un completo mistero, dato che Auschwitz venne liberata dall’Armata Rossa il 21 Gennaio del 1945, e cioè una settimana dopo il discorso di Mann! Quello che può indicare che Mann si basasse su informazioni di seconda mano sul rapporto Vrba-Wetzler è il fatto che nel testo del discorso la cifra delle vittime ebraiche di Auschwitz riportata è di 1.715.000 invece delle 1.765.000 vittime riferite dal rapporto.
Prevedibilmente, Harpprecht non ha commenti da fare sulla bizzarra descrizione delle “fabbriche della morte”, a parte una pia riflessione sul fatto indiscutibile che il presunto genocidio degli ebrei è il punto più basso nella storia del genere umano, e che Auschwitz fu “l’Inferno in Terra”, rispetto al quale gli stermini di Stalin e di Mao non possono essere paragonati[30].
Nel suo discorso del Gennaio 1942, Mann ammonì i suoi ascoltatori che “la tendenza a considerare tali storie come propaganda di atrocità [Greuelmärchen] rimane diffusa, a beneficio del nemico”[31]. Secondo quanto Mann dichiarò nella prosecuzione del discorso, le notizie sugli stermini degli ebrei non erano semplicemente “storie” ma storia in via di formazione[32]. Tutto ciò è assai ironico, dato che la maggior parte delle notizie presuntamente autentiche e attendibili riferite da Mann ai suoi ascoltatori sono finite tranquillamente nel dimenticatoio. I discorsi letti da Mann durante gli anni di guerra sono davvero mitologia in via di formazione, e leggerli ci permette di capire di più su come e quando nacquero le accuse delle gasazioni di massa e ci dà degli indizi da seguire nelle future ricerche su questo tema.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.revblog.codoh.com/2010/08/thomas-manns-war-time-radio-speeches-and-the-genesis-of-the-mass-gassing-allegations/
[2] http://it.wikipedia.org/wiki/Maccartismo
[3] Thomas Mann, Deutsche Hörer! 55 Radiosendungen nach Deutschland, seconda edizione, Bermann-Fischer Verlag, Stoccolma 1945.
[4] Ivi, p. 38.
[5] Ivi, p. 41.
[6] Ivi, p. 44.
[7] Ivi, p. 48.
[8] Ibidem.
[9] Ivi, p. 62.
[10] R. Hilberg, The Destruction of the European Jews, terza edizione, Yale University Press, New Haven/Londra 2003, vol. II, p. 613 e seguenti.
[11] H. Marsalek, Die Geschichte der Konzentrationslager Mauthausen, Vienna 1974, p. 227; Giftgas in Mauthausen, Vienna 1988, p. 15.
[12] K. Harpprecht, Thomas Mann. Eine Biographie, Rowohlt 1995.
[13] E. Dorian, The Quality of Witness. A Romanian Diary 1937–1944, The Jewish Publication Society in America, Philadelphia 1982, p. 197.
[14] Thomas Mann, op. cit., p. 69.
[15] http://en.wikipedia.org/wiki/World_War_II_casualties
[16] Thomas Mann, op. cit., p. 72.
[17] Ivi, p. 73.
[18] K. Harpprecht, op. cit., p. 1313.
[19] E. Dorian, op. cit., p. 221.
[20] Carlo Mattogno e Jürgen Graf, Treblinka. Extermination Camp or Transit Camp?, Theses & Dissertation Press, Chicago 2004, pp. 257-258. Disponibile in rete all’indirizzo: http://vho.org/dl/ENG/t.pdf
[21] La prima parte dell’articolo in questione è disponibile in rete al seguente indirizzo: http://www.inconvenienthistory.com/archive/2010/volume_2/number_2/evidence_for_the_presence_of_gassed_jews.php . La pubblicazione della seconda parte è prevista per il numero invernale del 2010 della rivista web Inconvenient History.
[22] Vedi Carlo Mattogno, Il campo di Chelmno tra storia e propaganda, Effepi, Genova 2009, capitolo 12.2.
[23] Thomas Mann, op. cit., p. 93.
[24] Ivi, p. 118.
[25] http://ita.vho.org/041_Sulla_revisione_numero_vittime_Majdanek.htm
[26] Thomas Mann, op. cit., p. 118.
[27] Vedi J. Graf, T. Kues, C. Mattogno, Sobibór. Holocaust Propaganda and Reality, TBR Books, Washington DC 2010, pp. 71-72.
[28] “Man hat die Registratur des Todes gefunden”; Thomas Mann, op. cit., p. 118.
[29] Ibidem.
[30] K. Harpprecht, op. cit., p. 1458.
[31] Thomas Mann, op. cit., p. 48.
[32] Ibidem.
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