L’AIUTO PREMUROSO DELL’UNIONE EUROPEA ALL’ESERCITO ISRAELIANO
Di David Cronin[1]
Bruxelles, 18 Giugno 2010 (IPS[2]) – Un importante fornitore israeliano di aerei da guerra usati per uccidere e mutilare civili a Gaza è in corsa per due nuove ricerche scientifiche finanziate dall’Unione Europea
Gli attacchi di Israele a Gaza tra la fine del 2008 e l’inizio del 2009 hanno dato alla sua aviazione la possibilità di sperimentare droni senza pilota all’avanguardia come l’Heron. Sebbene le associazioni dei diritti umani abbiano calcolato che l’Heron e altri droni hanno ucciso almeno 87 civili durante le tre settimane di quella guerra, i funzionari dell’Unione Europea hanno arrendevolmente approvato l’erogazione di nuovi finanziamenti al produttore dell’Heron, l’Israel Aerospace Industries (IAI).
Due progetti riguardanti l’IAI hanno di recente superato le fasi di studio di una richiesta di proposte nell’ambito del programma di ricerca pluriennale della UE, per il quale sono stati stanziati 53 miliardi di euro per il periodo 2007-2013.
Il braccio esecutivo dell’Unione, la Commissione Europea, ha confermato che l’IAI è uno dei 34 partner israeliani coinvolti nei 26 progetti di informatica previsti finanziati dalla UE.
Tra le altre aziende israeliane destinate a ricevere tali finanziamenti vi sono Afcon, un fornitore di metal detector per checkpoint nei territori palestinesi occupati, incluso il valico di Erez tra la parte meridionale di Israele e Gaza. Afcon è stato anche il beneficiario, nel 2008, di un contratto per installare un sistema di sicurezza in un progetto di metropolitana leggera destinato a collegare gli insediamenti illegali israeliani di Gerusalemme est con il centro della città.
Mark English, un portavoce della Commissione, ha detto che le procedure relative ai detti progetti non sono ancora state completate. Ma la rivista israeliana di affari Globes ha riferito il mese scorso che le aziende israeliane si preparano a ricevere 17 milioni di euro dall’ultimo blocco di finanziamenti UE per l’informatica.
Israele è il primo patecipante straniero al programma scientifico della UE. Funzionari di Tel Aviv dicono di aspettarsi che le aziende e gli istituti di ricerca israeliani finiranno per ricevere circa 500 milioni di euro da tale programma al momento della sua conclusione.
Chris Davies, un europarlamentare inglese liberaldemocratico, ha espresso rabbia per come il Dipartimento Politiche Comunitarie della UE appare voglioso di approvare a occhi chiusi nuovi finanziamenti per le aziende israeliane. Un tale approccio da “business-as-usual”[3] è in contrasto con le tacite rassicurazioni dei funzionari che gestiscono i più generali rapporti della UE con Israele, ha detto.
Alla fine del 2008, i 27 governi della UE hanno accolto la richiesta israeliana di “aggiornare” tali rapporti, in modo che Israele potesse essere maggiormente coinvolta in un ampio raggio di attività dell’Unione. Ma la formalizzazione di tale accordo si è arrestata a causa della successiva invasione di Gaza.
Aver approvato dei finanziamenti UE per le Israel Aerospace Industries “deve essere considerato del tutto inaccettabile, incoerente e scandalosamente ingenuo”, ha detto Davies a IPS. Egli ha detto che non sembra esservi “comunicazione”, tra i differenti settori dei rappresentanti UE, su come Israele debba essere trattata. “Dov’è la coerenza?”, ha chiesto.
Mentre la Commissione Europea sostiene che tutta la propria cooperazione con Israele nella ricerca scientifica è di tipo civile, il governo israeliano è stato bramoso di pubblicizzare i legami quasi ombelicali tra il – florido – settore tecnologico e il settore militare del paese. Un opuscolo intitolato “Communications in Israel” pubblicato quest’anno dal ministero dell’industria parla di una “simbiosi” in Israele tra il settore tecnologico e quello della sicurezza. Diverse svolte teconologiche – come i congegni di riconoscimento vocale per computer da parte dell’esercito israeliano negli anni ’80 – sono state prodotte da tale “convergenza”, afferma l’opuscolo.
Altri probabili beneficiari israeliani del nuovo round di finanziamenti europei non nascondono parimenti il loro giovamento da tale convergenza. La consociata israeliana del SAP, il produttore di software, ha diffuso delle pubblicazioni su come ha fornito apparecchiature specialistiche all’esercito israeliano. E sia Emza che LiveU, due aziende “start-up”[4], sono esempi dei numerosi produttori di apparecchiature di sorveglianza in Israele che hanno visto riempiti i propri libri delle ordinazioni, poiché il loro paese ha cercato di rendersi parte indispensabile della “guerra al terrorismo” dichiarata dall’ex presidente americano George Bush.
Marcel Shaton, capo dell’Israel-Europe Research and Development Directorate (ISERD) di Tel Aviv, ha detto che i cittadini della UE non dovrebbero farsi scrupoli a finanziare le aziende di armi israeliane. “Tutta la ricerca sostiene l’industria delle armi”, ha detto. “La tecnologia non militare è usata a scopo militare in tutto il mondo”.
Ma Yasmin Khan, specialista del traffico di armi per conto dell’associazione contro la povertà War on Want, ha detto che la UE si è resa complice nell’occupazione della Palestina mediante il proprio sostegno all’industria militare d’Israele.
Ella ha detto che i droni costruiti dall’IAI e da altre aziende israeliane sono stati acquistati da diversi paesi europei nell’ambito della guerra in Afghanistan guidata dagli Stati Uniti. “L’industria militare ha un ruolo centrale nell’economia israeliana”, ha detto. “Le apparecchiature vengono vendute come “testate in battaglia”, che è un modo tenebroso per descrivere il loro uso nei territori occupati (palestinesi)”.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://ipsnews.net/newsTVE.asp?idnews=51871
[2] Inter Press Service
[3] Espressione idiomatica che corrisponde a “l’attività prosegue regolarmente”.
[4] http://it.wikipedia.org/wiki/Startup_(economia)
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