IL MINISTRO ÇIÇEK: I CITTADINI TURCHI SONO STATI TORTURATI[1]
Il vice Primo Ministro turco Cemil Çiçek ha detto che Israele sarà ritenuto responsabile in base al diritto internazionale per quella che ha descritto come un’azione barbara contro gli attivisti a bordo della nave Mavi Marmara mentre salpava sulle acque internazionali del Mediterraneo. Il sanguinoso raid israeliano è stato visto come una questione tra la Turchia e Israele, ha detto Çiçek, ma ha aggiunto che tale questione ha principalmente una dimensione internazionale.
Parlando con Today’s Zaman, Çiçek ha detto anche che Tel Aviv sa quali passi vadano intrapresi per normalizzare i rapporti tra la Turchia e Israele, e di non voler entrare ora nella questione.
Nove attivisti turchi sono morti il 31 Maggio dopo che il commando israeliano aveva abbordato la Mavi Marmara, una vecchia nave turca che stava guidando un convoglio di sei navi. La flottiglia, che si trovava in acque internazionali al momento dell’attacco, aveva in programma di consegnare degli aiuti a Gaza a dispetto del blocco israeliano.
I cittadini turchi che sono stati feriti o uccisi erano stati sottoposti a pesanti torture, e tutto ciò è evidente dalle tracce lasciate sui loro corpi, come pure dai fori dei proiettili, la maggior parte dei quali sono stati sparati da distanza ravvicinata, ha detto Çiçek.
“Questo è un crimine commesso contro l’umanità. Dove sta Amnesty International per indagare questi atti di tortura e questi trattamenti inumani? Vadano in Turchia, dove abbiamo dei rapporti sulle torture. Amnesty dovrebbe occuparsi di questo raid dei commando israeliani contro gli attivisti”, ha detto Çiçek.
Çiçek si è anche appellato alle 32 nazioni che avevano passeggeri a bordo delle navi che trasportavano aiuti umanitari affinché difendano i loro diritti legali.
Il ministro turco ha sottolineato che l’attacco è stato compiuto in acque internazionali e che è insensato da parte di Israele imporre un blocco in acque internazionali.
“Secondo questa logica, Israele può estendere l’area sottoposta a blocco fino agli oceani. Questa non è una logica giusta. L’affermazione del vice Presidente degli Stati Uniti Joe Biden che Israele ha il diritto di fermare nelle acque internazionali le navi in rotta per Gaza per portare aiuti umanitari è parimenti ingiusta. La Turchia si è innanzitutto attivata affinché questo attacco venga considerato dal punto di vista del diritto internazionale. La Turchia ha anche intrapreso dei passi affinché l’attacco venga riconosciuto come una violazione del diritto internazionale e che esso è avvenuto in acque internazionali”, ha detto.
‘Noi siamo contro l’antisiemitismo’
Il governo turco non ritiene responsabile dell’attacco il popolo israeliano ma il suo governo, ha detto.
“La Turchia è sempre stata contro l’antisemitismo, sia in Turchia che fuori del paese. Il nostro governo ha sottolineato che il problema deriva dalla cattiva politica del governo israeliano. Il governo israeliano ha agito in modo barbaro e ha violato la legge”, ha detto il Vice Primo Ministro Çiçek.
Poiché il raid ha avuto luogo in acque internazionali, la Turchia sta cercando una soluzione della contesa nell’ambito del diritto internazionale, ha detto. Perciò non è facile ottenere risultati in breve tempo, ha detto Çiçek. Le Nazioni Unite hanno deciso di istituire una commissione per indagare sull’attacco.
“Poco dopo il raid contro la Mavi Marmara, la priorità del governo turco è stata di riportare a casa il prima possibile i cittadini turchi che erano stati uccisi, feriti o detenuti in Israele. E questo abbiamo fatto. Il secondo passo potrebbe essere quello di ottenere dei risarcimenti da quegli israeliani che sono stati responsabili dell’operazione militare sulla nave.
Vi sono prove serie che quelli che sono stati feriti o uccisi erano stati torturati e insultati. I commando israeliani hanno sparato da distanza ravvicinata. Ho visto tutto ciò durante le mie visite negli ospedali dove i feriti vengono curati. Gli uffici degli inquirenti stanno conducendo un’inchiesta”, ha detto Çiçek.
Il 2 Giugno Israele ha espulso più di 120 pacifisti stranieri, in maggioranza turchi, due giorni dopo che il raid militare israeliano contro la flottiglia aveva ucciso nove persone.
È innegabile che le relazioni turco-israeliane siano gelide a causa di questo attacco, ha detto Çiçek.
“Israele sa quali passi intraprendere per normalizzare i rapporti. Non li svelerò ora. Ci aspettiamo da Israele dei passi positivi. Per ora, abbiamo richiamato il nostro ambasciatore in Israele, abbiamo cancellato delle esercitazioni militari e abbiamo interrotto le visite reciproche”, ha detto il ministro turco.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.todayszaman.com/tz-web/news-212345-minister-cicek-turkish-citizens-were-subjected-to-torture.html
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