SULLA PRESUNTA VISITA DI RUDOLF HÖSS A TREBLINKA
Di Thomas Kues, Agosto 2009[1]
Qui darò un occhiata alle dichiarazioni del comandante di Auschwitz Rudolf Höss riguardo alla sua presunta visita al “campo di puro sterminio” di Treblinka II, così come sono state fissate nei seguenti sei resoconti: 1) il famigerato documento della “confessione”, registrato come NO-1210: una deposizione scritta in tedesco e firmata da Höss il 14 Marzo 1946; 2) un affidavit scritto in inglese e firmato da Höss il 5 Aprile 1946, registrato come PS-3868 (per la storia di questo documento vedi l’articolo di Robert Faurisson “How the British Obtained the Confessions of Rudolf Höss”, JHR Vol.7, No.4, pp. 389-403)[2]; 3) il protocollo dell’interrogatorio pre-processuale, datato 1 e 2 Aprile 1946; 4) il testo di un’intervista condotta dallo psichiatra ebreo-americano dell’esercito statunitense Leon Goldensohn l’8 e il 9 Aprile 1946; 5) la testimonianza di Höss al Tribunale Militare Internazionale di Norimberga del 15 Aprile dello stesso anno, che consistette principalmente nella semplice conferma orale, mentre veniva letto ad alta voce al testimone, del documento PS-3868; 6) l’autobiografia Comandante ad Auschwitz, presuntamente scritta da Höss in una prigione polacca tra il 1946 e il 1947.
Nel paragrafo 6 del documento PS-3868, leggiamo che a Höss “venne ordinato di realizzare ad Auschwitz degli impianti di sterminio nel Giugno del 1941. All’epoca, c’erano già, nel Governatorato Generale, altri tre campi di sterminio: Belzek, Treblinka e Wolzek”. A parte il fatto di aver scambiato Sobibor con “Wolzek”, Höss qui contraddice in modo grave la storiografia olocaustica ufficiale (come pure i fatti accertati) affermando che degli “impianti di sterminio” esistevano già nell’estate del 1941. Chelmno (Kulmhof) diventò operativo nel Dicembre del 1941, mentre Belzec, il primo dei tre campi dell’Aktion Reinhardt, aprì nel Marzo dell’anno seguente. Questa contraddizione è troppo lampante per passare inosservata, anche da parte dei protettori della verità ufficiale. Diversi storici dell’Olocausto hanno quindi presunto che Höss abbia confuso l’anno e che dobbiamo leggere “Giugno 1942” invece del “Giugno 1941” che si trova nel detto testo, come pure nel protocollo dell’interrogatorio e in Comandante ad Auschwitz. Per scrupolo argomentativo, partirò da tale presupposto.
1941 o 1942? Datare la presunta visita di Höss a Treblinka
Quand’è che Höss andò esattamente a Treblinka? Nel documento NO-1210, come pure nel documento PS-3868, la cronologia dei presunti eventi è piuttosto oscura, ma è sottinteso che la visita ebbe luogo durante i mesi estivi, poco dopo la ricezione dell’ordine di Himmler. Nel documento PS-3868 si dice che Höss installò ad Auschwitz l’”impianto di sterminio” dopo aver visitato Treblinka e che “[ad Auschwitz] le esecuzioni di massa mediante gas cominciarono durante l’estate” dello stesso anno. Treblinka entrò in funzione nel Luglio del 1942. Nell’interrogatorio pre-processuale, Höss asserì che, dopo aver ricevuto l’ordine a Berlino, ritornò ad Auschwitz e stette lì per un periodo di tempo non specificato.
Si presume inoltre che il viaggio ebbe luogo dopo la visita di Eichmann ad Auschwitz, e che quando Höss arrivò a Treblinka “era in corso l’azione riguardante il Ghetto di Varsavia” (J. Mendelsohn (curatore), The Holocaust, Vol. 12, Garland Publishing, New York/London 1982, p. 82). Il documento PS-3868 afferma parimenti che a Treblinka l’innominato comandante “si preoccupò principalmente di liquidare tutti gli ebrei del Ghetto di Varsavia”. I treni con i deportati ebrei da Varsavia iniziarono ad arrivare a Treblinka il 22 Luglio del 1942 e continuarono fino all’Agosto dello stesso anno. Dopo una breve pausa dei trasporti, un altro gruppo di ebrei di Varsavia venne deportato in treno a Treblinka durante il periodo tra il 3 e il 12 Settembre.
Un trasporto più piccolo arrivò anche il 21 Settembre (vedi Y. Arad, Belzec, Sobibor, Treblinka: The Operation Reinhardt Death Camps, Indiana University Press, Bloomington/Indianapolis, 1987, p. 392). Questi fatti, situerebbero la visita in Agosto. Nell’intervista con Goldensohn, si dice che l’incontro con Himmler ebbe luogo “durante l’estate”. Poi, “poche settimane dopo”, Höss viene visitato da Eichmann che lo informa sui “primi trasporti dal Governatorato Generale e dalla Slovacchia”. Viene fatto decisamente intendere che la visita a Treblinka abbia avuto luogo prima della visita di Eichmann ad Auschwitz: “Nel frattempo, avevo ispezionato il campo di sterminio di Treblinka nel Governatorato Generale…” (Leon Goldensohn, The Nuremberg Interviews, Random House, New York 2004, p. 300). In Comandante ad Auschwitz, la cronologia è essenzialmente la stessa. Tutto ciò ha portato storici dell’Olocausto come Orth, Breitmann e Pressac a concludere che Höss visitò Treblinka tra la fine di Luglio e l’inizio di Settembre del 1942. Ma i dettagli del resoconto di Höss quadrano con la storiografia ufficiale di Treblinka?
Höss contro gli storici
Nell’intervista con Goldensohn del 9 Aprile 1946, Höss descrive Treblinka nel modo seguente (pp. 300-301):“Treblinka consisteva in poche baracche e in un binario ferroviario, ed era stata in precedenza una cava di sabbia. Lì ispezionai le camere di sterminio. Queste camere erano fatte di legno e cemento; ognuna aveva circa le dimensioni di questa cella [circa metri 2.5×3.5], ma i soffitti erano più bassi di questa cella. Lungo il lato delle camere di sterminio, vennero disposti dei motori di vecchi carri armati o di camion, e i gas dei motori, lo scarico, veniva immesso nelle celle, ed è così che la gente veniva sterminata. (…) Penso che in ognuna delle camere, che avevano circa le dimensioni di questa cella, ma che non erano così alte, venissero stipate circa 200 persone per volta – pressate dentro la cella molto serrate. (…).
“C’erano dieci camere, tutte fatte di pietra e cemento. Non c’erano feritoie, solo grandi porte rivestite di lastre di metallo. A Treblinka, le autorità sterminavano la gente in queste camere con i motori in funzione per un ora, dopo che li avevano accesi, e poi aprivano di nuovo le porte. A quel punto erano tutti morti. Non so quanto in realtà il gas impiegasse a ucciderli. (…) All’inizio [i cadaveri] venivano messi in fosse comuni nelle cave di sabbia, e poi, quando compii l’ispezione, avevano appena iniziato a bruciare i cadaveri nelle cave di sabbia o nelle fosse all’aperto e avevano iniziato a riesumare le fosse comuni e a bruciare quelli che erano stati seppelliti”.
Anche nel documento PS-3868 vengono menzionate 10 camere a gas ed è sempre 200 il numero fornito delle vittime per camera. Nulla, tuttavia, viene detto sulle dimensioni e la struttura delle camere, sulla durata delle gasazioni, o sulla fonte del “gas monossido”. Il protocollo dell’interrogatorio pre-processuale menziona “motori” al plurale. Inoltre, Höss disse al suo interrogante, Sender Jaari, che “potevano esservi state circa 10 camere” che erano ubicate “vicino a una rampa” e che i treni dei deportati “si fermavano proprio lì” in modo che le vittime potessero essere “scaricate proprio nelle camere” (Mendelsohn, pp. 82-83). Il testo delle memorie scritte in prigione è leggermente più vago e parla di “un certo numero di camere” (mehrere Kammern) ospitate in un edificio situato immediatamente “sul margine della ferrovia” (unmittelbar am Bahngleis), con il gas di scarico mortale emesso da “vari motori presi da camion e da carri armati”; dopo un’ora, le vittime venivano trascinate via, spogliate (entkleidete sie) e bruciate su una cremagliera fatta di rotaie (Kommandant in Auschwitz, DTV-Verlag, Munich 1963, p. 170).
Le contraddizioni con l’immagine storiografica ufficiale di Treblinka sono molte e ovvie. Per cominciare, tutte le fonti dicono che durante la sua prima fase operativa, Treblinka aveva solo tre camere a gas, ognuna di metri 4×4, ospitate in un piccolo edificio di mattoni. Questo venne in seguito sostituito da un edificio più grande di calcestruzzo che conteneva 10 (o forse 6) camere a gas, ognuna di metri 4×8. Secondo Yitzhak Arad (pp. 119-120) le nuove camere a gas vennero messe in funzione “alla metà di Ottobre del 1942”. Höss perciò, se davvero avesse visitato il campo in Agosto, avrebbe dovuto vedere tre camere a gas, non dieci. Inoltre, le dimensioni approssimative delle camere a gas fornite nell’intervista di Goldensohn (2.5×3.5) non quadrano né con le camere a gas della prima né della seconda fase. L’idea che 200 persone potessero entrare in (2.5×3.5=) 8.75 metri quadrati non necessita di commenti.
L’asserzione di Höss che, all’epoca della sua visita, i cadaveri venivano riesumati dalle fosse comuni e cremati in “cave di sabbia e fosse all’aperto” o in cremagliere fatte di rotaie va anch’essa contro la storiografia ufficiale, secondo cui la detta cremazione cominciò nel Marzo del 1943 (Arad, p. 173-174). Solo un testimone, Richard Glazar, parla di cremazioni antecedenti, ma le data al Novembre del 1942, un’epoca in cui le deportazioni da Varsavia erano già finite da un pezzo.
Nel documento PS-3868, Höss prende altre grosse cantonate cronologiche, poiché egli afferma che il comandante di Treblinka gli aveva detto che “egli aveva liquidato 80.000 persone nel corso di sei mesi”. Poiché Treblinka aprì il 23 Luglio del 1942, tutto ciò situerebbe la visita di Höss come minimo al Gennaio del 1943. Tuttavia, il telegramma Höfle mostra che alla fine di Dicembre del 1942 erano stati già deportati a Treblinka 713.555 ebrei. Questo dettaglio della testimonianza era necessario per dipingere il sistema di sterminio presuntamente utilizzato a Treblinka come inefficace se paragonato ad Auschwitz.
Questo concetto funziona solo nel contesto della cifra propagandistica sovietica dei 4 milioni di vittime di Auschwitz. Secondo la storiografia corrente, a Treblinka, in poco più di un anno, vennero gasati più di 800.000 ebrei, mentre ad Auschwitz, circa lo stesso numero di ebrei vennero gasati nell’arco di tempo di tre anni. Treblinka fu perciò tre volte più “efficace”. Si ritiene che Treblinka, all’inizio, venne diretta in modo inefficiente dal suo primo comandante, il dr. Irmfried Eberl, che venne sostituito alla fine di Agosto del 1942, ma di nuovo: se Höss avesse visitato Treblinka durante quest’epoca, avrebbe visto il primo edificio delle gasazioni con le sue tre camere!
Riguardo l’aspetto delle vittime, Höss si contraddice. Nell’interrogatorio pre-processuale leggiamo che le vittime “dovevano spogliarsi prima di essere messe nelle camere a gas” (Mendelsohn, p. 83) ma secondo Comandante ad Auschwitz esse vi entravano “ancora con i vestiti addosso” (nock bekleidet) e venivano denudate dopo essere morte. A mia conoscenza, nessun altro testimone di Treblinka menziona gasazioni di persone ancora vestite.
C’è anche confusione riguardo al numero dei motori impiegati per le gasazioni (uno o diversi) e secondo Arad (p. 120) le porte delle nuove camere “avevano una piccola finestra di vetro”, il che contraddice la dichiarazione di Höss a Goldensohn che “non c’erano feritoie”. Inoltre, la disposizione del campo descritta da Höss non quadra con l’immagine ufficiale, che pone l’edificio delle camere a gas a circa 300 metri dalla piattaforma ferroviaria.
Vani tentativi di fissare la cronologia
È possibile datare la visita di Höss a Treblinka in modo che non contraddica la storiografia ufficiale? Si potrebbe ipotizzare, in base all’interrogatorio pre-processuale, che l’ordine di Himmler venne dato “prima dell’inizio della campagna di Russia” (Mendelsohn, p. 74), vale a dire prima del 22 Giugno 1941. Arad (p. 8) cerca di spiegare la storia confusa di Höss identificando i “centri di sterminio esistenti all’Est”, presuntamente insufficienti, con i presunti siti delle fucilazioni di massa vicino Vilna, Kovno, Kiev e Kharkov, vale a dire nei territori sovietici occupati. Ma tutto ciò ovviamente cozza con la dichiarazione di Höss che l’ordine venne dato prima dell’Operazione Barbarossa. In modo prevedibile, Arad elude totalmente la presunta visita a Treblinka. E se Höss avesse confuso Treblinka con Chelmno? In Comandante ad Auschwitz (p. 170) Höss dice di aver visitato anche Chelmno (qui chiamato Kulmhof) ma non menziona la data. Ma questo potrebbe essere avvenuto solo diversi mesi dopo l’incontro con Himmler, poiché, come detto, Chelmno aprì nel Dicembre del 1941. Ma, in questo contesto, eccoci di fronte ad un altro devastante paradosso: secondo gli storici dell’Olocausto, lo Zyklon B venne usato per la prima volta per uccidere degli esseri umani ad Auschwitz nel Settembre del 1941 (vedi Arad, p. 9 e anche lo studio di Mattogno, Auschwitz: The First Gassing[3]). Ne consegue allora che il “viaggio di studio” di Höss non può essere stato fatto con lo scopo di scegliere il mezzo di sterminio, a prescindere che abbia visitato Treblinka o Chelmno.
Ma perché Höss avrebbe inventato un falso motivo per la visita o, a tale scopo, confuso Treblinka con Chelmno o con i siti delle fucilazioni di massa? E se lo scopo della visita fosse stato davvero studiare dei metodi per la cremazione all’aperto? Questo situerebbe la visita non prima del Marzo 1943. Sappiamo, tuttavia, che già il 12 Febbraio del 1943 c’erano dei piani avanzati per un forno da campo a Birkenau (sebbene non vennero mai realizzati; vedi Mattogno, Auschwitz: Open Air Incineration, Theses & Dissertation Press, Chicago 2005, pp. 28-29[4]). Si suppone inoltre che a Birkenau le cremazioni all’aperto fossero già iniziate alla fine di Settembre del 1942 (D. Czech, Kalendarium der Ereignisse im Konzentrationslager Auschwitz–Birkenau 1939–1945, Rowohlt Verlag, Reinbek bei Hamburg 1989, pp. 305 e seguenti). Anche se crediamo alle dichiarazioni di Glazar sulle cremazioni nel Novembre 1942, questo escluderebbe una visita a Treblinka per studiare i metodi di cremazione. Non c’è, in realtà, nessun modo possibile per salvare la storia su Treblinka raccontata da Höss, che è probabilmente un collage di particolari derivati da un certo numero di testimonianze e di “rapporti” disponibili all’epoca del suo arresto nel Marzo del 1946.
Conclusione
Le varie descrizioni dell’ex comandante di Auschwitz Rudolf Höss di una sua presunta visita al “campo di sterminio” di Treblinka costituiscono un pasticcio tale che è impossibile conciliarlo con la storiografia ufficiale di quel campo. Se si elimina una parte della narrazione ortodossa di Treblinka per salvare il racconto della visita, allora, inevitabilmente, si finisce per contraddire qualche aspetto del resoconto di Höss. Qualunque data si attribuisca alla presunta visita, una parte cruciale della storia di Treblinka cozzerà con le dichiarazioni di Höss, che oltretutto si contraddicono tra di loro su diversi punti. O, come ha sinteticamente osservato il pioniere del revisionismo Arthur R. Butz riguardo alle “confessioni” di Höss:
“Questo è semplicemente il tipo di contraddizioni che ci si deve aspettare da un mucchio di bugie”.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.codoh.com/newsite/sr/online/sr_164.pdf
[2] http://www.ihr.org/jhr/v07/v07p389_Faurisson.html
[3] http://vho.org/dl/ENG/atfg.pdf
[4] http://vho.org/dl/ENG/aoai.pdf
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