Domani, venerdì 16 Aprile, avrà luogo a Ratisbona, in Germania, il processo al vescovo tradizionalista della Fraternità San Pio X Richard Williamson, 70 anni. Quest’ultimo aveva accordato un’intervista nel Novembre del 2008 ad Ali Fagan, giornalista della televisione svedese SVT, ma l’aveva effettuata in Germania, paese dove esiste una legge che vieta l’espressione di affermazioni revisioniste. L’intervista venne diffusa il 21 Gennaio successivo, nell’ambito del programma d’inchiesta “Uppdrag Granskning” e suscitò un immediato scandalo, poiché il vescovo dichiarò tra l’altro: “Ritengo che siano morti nei campi di concentramento tra i 200.000 e i 300.000 ebrei e neanche uno nelle camere a gas”.
La procura di Ratisbona ha perseguito il vescovo per istigazione all’odio razziale e il Tribunale della medesima città – presieduto da Johann Plöd – l’ha, nell’ambito di una procedura semplificata che avrebbe potuto chiudere l’affare, condannato, il 26 Ottobre 2009, ad un’ammenda di 12.000 euro (120 giorni di condanna a 100 euro l’uno).
Contestando l’accusa di istigazione all’odio razziale rivolta contro di lui, Mons. Williamson ha, il 10 Novembre 2009, rifiutato di pagare tale ammenda, temendo che un tale pagamento potesse essere considerato come un’ammissione di colpa.
È stato dunque fissato un processo per il 16 Aprile 2010. Mons. Williamson sarà difeso dall’avvocato Matthias Lossmann.
La giudice incaricata della causa, una donna di 28 anni, si augura che Mons. Williamson venga di persona al processo “per spiegare quali sono state le ragioni che l’hanno spinto a fare le sue dichiarazioni alla televisione svedese”. Ma l’avvocato del vescovo ha fatto sapere che il suo cliente non si presenterà all’udienza (volontà personale o ordine del suo superiore?).
Quando, il 10 Novembre, Mons. Williamson aveva espresso il suo rifiuto di pagare l’ammenda, aveva dichiarato che gli era stato detto che le sue affermazioni non sarebbero state diffuse fuori della Svezia – dove non esiste una legge contro il revisionismo – ma i produttori della televisione svedese hanno negato di aver preso un tale impegno.
Un ebreo per avvocato? Un ottima carta!
Repubblica.it del 16/04/10
Negò l'Olocausto e le camere a gas
Multato il vescovo Williamson
Il tribunale tedesco di Ratisbona condanna il vescovo lefebvriano inglese a pagare una sanzione di 10 mila euro, per le dichiarazioni rilasciate in un'intervista del gennaio 2009. L'imputato assente dall'aula
RATISBONA – Il vescovo integralista inglese Richard Williamson è stato condannato oggi a pagare una multa di 10 mila euro, per le sue tesi ngazioniste che tanto clamore e tante critiche hanno provocato. La sanzione al religioso lefebvriano è stata comminata dal tribunale di Ratisbona, nel sud della Germania, in sua assenza.
Il giudice Karin Frahm ha ridotto di 2 mila euro la pena richiesta dal pubblico ministero Edgar Zach. La condanna fa riferimento all'intervista televisiva rilasciata alla televisione pubblica svedese nel gennaio del 2009, in cui Williamson aveva negato l'esistenza delle camere a gas nei campi di concentramento nazisti. E in cui aveva sostenuto che erano morti al massimo 300 mila ebrei.
L'avvocato del vescovo, Matthias Lossmann, aveva chiesto l'assoluzione per il suo cliente, asserendo che le dichiarazioni incriminate non erano state meditate, ma erano in risposta a una domanda a sorpresa nel corso di un'intervista incentrata su altri temi. A sostegno della sua tesi, respinta alla fine dal giudice, Lossmann aveva aggiunto che Williamson non aveva concesso ai suoi intervistatori l'autorizzazione a trasmettere le sue dichiarazioni in Germania, dove la negazione dell'Olocausto è considerata un reato.
Il processo si è svolto senza la presenza dell'imputato, al quale i responsabili della Fraternità di San Pio X avevano intimato in una lettera del marzo scorso di non presentarsi davanti al giudice e di non concedere nuove interviste su temi diversi da quelli strettamente legati ad aspetti religiosi. All'udienza non si sono presentati nemmeno i tre giornalisti della tv svedese che avevano intervistato Williamson nel convento di Zaitzkofen, situato nelle vicinanze di Ratisbona, anche se erano stati convocati dal giudice in qualità di testimoni.
Riprendo e concludo:
Il tribunale di Ratisbona dunque condanna un cittadino britannico, per un azione che si configura reato secondo il codice penale tedesco, compiuta in Svezia.
Lo vedremo solerte a condannare anche ladri bielorussi, pedofili canadesi, spacciatori cileni, assassini vietnamiti?
Diventerà il "Tribunale del mondo" quindi?
l'intervista è stata data a una tv svedese ma in germania.