LASCIATE STARE LA STORIA, DICONO I TURCHI–ARMENI AGLI ESTRANEI[1]
Molti cittadini turchì di origine armena hanno chiesto ai paesi terzi di non intromettersi nei conflitti storici tra la Turchia e l’Armenia mentre i due paesi sono impegnati a risolvere tali questioni e a normalizzare le loro relazioni bilaterali un tempo tese.
Parlando con il Sunday’s Zaman, molti turchi-armeni hanno, in particolare, condannato l’approvazione delle risoluzioni – da parte americana e svedese – che riconoscono le uccisioni degli armeni del 1915 come “genocidio”, il che – dicono – non aiuta le parti a risolvere il problema lungamente controverso.
Nazar Özsahakyan, presidente della Surp Yerits Mangans Armenian Church Foundation [Fondazione della chiesa armena Surp Yerits Mangans] di Istanbul, ha detto di condividere i sentimenti dei turchi quando ha saputo dell’approvazione delle risoluzioni. “Ho reagito a queste risoluzioni allo stesso modo dei turchi”, ha detto, aggiungendo di non essere il solo – in quanto cittadino turco di origine armena – ad opporsi all’uso politico della questione da parte di paesi terzi. “Tutti gli armeni che ho contattato la pensano esattamente come me”, ha detto.
Il 4 Marzo, la Commissione Affari Esteri della Camera dei Rappresentanti statunitense ha votato 23 a 22 per approvare la risoluzione non vincolante, autorizzandone l’esame da parte della Camera. Ma non è chiaro se il provvedimento riceverà il voto dell’aula. L’adozione della risoluzione, tuttavia, ha irritato molti e ha suscitato in Turchia una vasta reazione, che respinge vigorosamente le accuse e considera gli eventi [dell’epoca] come una guerra civile in tempo di guerra, che provocò molte vittime tra i turchi e altre popolazioni della regione come pure tra gli armeni.
Il Parlamento Svedese ha riconosciuto il genocidio armeno con una votazione di 131 a 130, solo una settimana dopo il voto della Commissione statunitense, irritando ulteriormente la Turchia.
Zadik Toker, Presidente della Kayseri Surp Krikor LusarovicArmenian Church Fondation si è unito a Özsahakyan nell’assumere una posizione critica contro la risoluzione statunitense e ha ribadito che la risoluzione ha messo in imbarazzo la comunità armena che vive in Turchia. “Non gradiamo queste mosse, e gli armeni che vivono in Turchia non le apprezzano”, ha detto Toker. Ha aggiunto che le questioni bilaterali dovrebbero essere risolte senza l’interferenza di parti terze, specialmente nel caso delle uccisioni degli armeni all’epoca della Prima Guerra mondiale. “La Turchia e l’Armenia dovrebbero risolvere i loro problemi per conto proprio attraverso incontri diretti e lo scambio di opinioni”, ha aggiunto.
La controversia, che dura da decenni, è in Turchia una questione altamente delicata. In seguito all’adozione della risoluzione negli Stati Uniti, il Ministro degli Esteri Ahmet Davutoğlu ha detto ai giornalisti che la questione è un punto d’onore per il paese e perciò verranno valutate le misure da prendere. Anche il Primo Ministro Recep Tayyip Erdoğan e il Presidente Abdullah Gül hanno condannato le mosse degli americani e degli svedesi. Gli ambasciatori turchi a Washington e a Stoccolma sono stati subito richiamati dopo le votazioni, in un’energica reazione ai governi di entrambi i paesi.
Etyen Mahçupyan, redattore capo del settimanale bilingue turco-armeno Agos, ha sostenuto che gli stati non dovrebbero intervenire in tali discussioni come parti in causa. “Sia la votazione americana che quella svedese sono state mosse dagli scopi poco chiari. Non le ho trovate sensate né per capire il passato né per preparare il futuro”, ha detto lo scrittore e giornalista armeno, aggiungendo di non aver approvato neppure la reazione turca alle dette mosse. “Sono categoricamente contrario al coinvolgimento degli stati in queste questioni. Non dovrebbero mai diventare protagonisti in dibattiti come questo. Altrimenti, non possiamo evitare la loro politicizzazione”, ha detto.
Markar Esayan, vice-direttore ed editorialista del quotidiano liberale Taraf, si è unito a Mahçupian nel liquidare il coinvolgimento degli stati in questioni relative alle sofferenze del passato. “Anche se sono un cittadino di origine armena, considero questo problema da cittadino turco, in quanto la considero una questione etica e umana. Mi ribello al fatto che le sofferenze del popolo al quale appartengo vengano usate come un fattore di pressione contro il mio paese”, ha scritto nel suo editoriale il 4 Marzo, anche prima della votazione americana, pronosticando che si sarebbe risolta in favore degli armeni.
Sebbene la cifra esatta non sia nota, si ritiene che in Turchia vivano fino a 70.000 armeni, la maggior parte dei quali a Istanbul, mentre i restanti sono sparsi per il paese. Vi sono anche lavoratori armeni clandestini che hanno lasciato la madrepatria per cercare una vita migliore in Turchia. Uno studio condotto l’anno scorso dalla Eurasia Partnership Foundation ipotizzava che il numero dei lavoratori armeni clandestini fosse circa di 12.000.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.todayszaman.com/tz-web/news-204264-leave-history-alone-turkish-armenians-tell-outsiders.html
Qualcuno puo' anche offendersi,ma e' troppo evidente che in tutte queste storie di olocausti l'unica molla che spinge a farne legge inviolabile e' l'odore dei soldi.
C'e' chi invece oltre ai soldi vuole anche la legge del taglione,l'avidita' non ha limiti.
Non qualcuno. Molti si offendono a leggere le stupidaggini che hai scritto. Vergognati. Se per te è "evidente" qualcosa di cui probabilmente non sai NULLA, fatti un piccolo (o anche grande) esame di coscienza.
Per la cronaca poi non esistono turchi-armeni. Esistono armeni di turchia. E l'unico motivo (anche se non lo dicono) che hanno per essere contrari all'approvazione di queste leggi è puramente la paura di rappresaglie.