1. Prima di tutto[1], dobbiamo chiederci, dove sono i diari delle bambine tedesche e giapponesi che sperimentarono i bombardamenti alleati genocidi inflitti alle loro città durante la seconda guerra mondiale? Dobbiamo davvero credere che nessuna delle adolescenti sopravvissute non scrisse nulla sugli orrori vissuti?
Lo sfruttamento di Anna Frank e del suo rimaneggiato “diario” è parte di questo suprematismo. Chiunque osi dissentire da tale suprematismo diventa – agli occhi dei media, del mondo accademico e dei governi occidentali – un abominevole fanatico, un losco criminale del pensiero e un “negazionista”. Quest’isterica infamia deriva dalla morbosa paura di “dire no”, che è un sintomo della mentalità rabbinica e del giudaismo ortodosso, filtrati attraverso le sue ideologie vicarie, il sionismo e l’Olocaustianità
Il fatto che gli arabi e i musulmani stiano ora sostenendo una classe dirigente che sta iniziando a penetrare e a smascherare queste trappole mentali è un grande miglioramento rispetto all’era dell’OLP [Organizzazione per la Liberazione della Palestina] vecchio-stile di Yasser Arafat, che acconsentì all’imposizione degli “studi sull’Olocausto” a un popolo palestinesi attivamente “olocaustizzato” dagli israeliani. La perversa ironia dei bambini che in Libano e in Palestina leggono il “Diario di Anna Frank” sulla scia delle morti dei propri padri, madri, fratelli e sorelle da parte del braccio militare della nazione fondata dai “sopravvissuti dell’Olocausto” non è sfuggita a Hezbollah; quindi, ecco che i campanelli di allarme iniziano a suonare, da Gerusalemme a New York.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://revisionistreview.blogspot.com/2009/11/hezbollah-resists-anne-franks-diary-and.html
[2] http://vho.org/aaargh/fran/archFaur/1974-1979/RF7808xx1.html
[3] http://vho.org/aaargh/fran/livres5/felderannit.pdf
Il diario di Anna Frank è un falso scritto dallo scrittore americano sinionista Mayer Levin su commissione del padre della ragazzina Otto Frank.
La cosa è comprovata da una sentenza emessa nel '62 dalla corte suprema, lo scrittore infatti dovette adire le vie legali per ottenere il pagamento del dovuto.
Fonte:
Brian Harring, "The Anne Frank Diary Fraud", TBR News, 14 febbraio 2006.
un po' disinformato il mio omonimo anonimo che pensa di aver lanciato lo scoop …..
Carancini le spieghi chi era Mayer Levin