Il governo israeliano ha ufficialmente detto che esso “deplora” la decisione degli stati membri dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (IAEA) di chiedere a Israele di entrare a far parte del Trattato di Non Proliferazione Nucleare (NPT) e di sottoporre i suoi impianti nucleari agli stessi controlli cui si sottopone il resto del mondo.

Il voto è passato di misura, 49 a 45, ed è stato generalmente avversato dalle nazioni occidentali, mentre è stato sostenuto da Russia e Cina, membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, come pure dalla maggioranza delle nazioni del Medio Oriente.

L’ambasciatore degli Stati Uniti Glyn Davies ha pubblicamente respinto la risoluzione, definendola “superflua”, affermando che chiedere a Israele di entrare a far parte del Trattato – come ogni altra nazione del Medio Oriente – è una forma sleale di riprovazione.

Il Canada si è spinto oltre, cercando semplicemente di bloccare il voto definendolo “squilibrato”. I voti su analoghe risoluzioni sono stati bloccati sia nel 2007 che nel 2008, ma quest’anno il tentativo è fallito.

La questione di Israele come potenza nucleare – e come paese non firmatario del Trattato – è stata assai discussa, e quando un funzionario del Dipartimento di Stato americano ha detto lo scorso Maggio che gli Stati Uniti volevano che tutti entrassero a far parte del Trattato, Israele ha reagito con sconcerto e sdegno.