L’ASCESA DEI RABBINI MILITARI D’ISRAELE
Di Katya Adler, 7 Settembre 2009[1]
L’esercito israeliano sta cambiando. Una volta orgogliosamente laico, ora le sue unità di combattimento sono piene di coloro che credono che le guerre di Israele siano le “guerre di Dio”.
I rabbini militari stanno diventando più potenti. Addestrati alla guerra come alla religione, le nuove regole dell’esercito stabiliscono che essi ora facciano parte dell’elite militare.
Si diplomano alla scuola degli ufficiali e operano insieme ai capi dell’esercito. Uno dei loro principali doveri è di esaltare il morale e lo sforzo dei soldati, anche in prima linea.
Tutto ciò ha provocato una grande polemica, in Israele. Le motivazioni dell’esercito devono venire da uomini di Dio, o dalla fede nello stato d’Israele e nel mantenerlo sicuro?
I rabbini militari sono diventati importanti durante l’invasione israeliana di Gaza, all’inizio dell’anno.
Alcune delle loro attività hanno suscitato interrogativi inquietanti sulla loro influenza politico-religiosa nell’esercito.
Gal Einav, un soldato non religioso, ha detto che la retorica religiosa – tra i soldati, nelle caserme e sul campo di battaglia – era dilagante.
Non appena i soldati ricevevano i fucili, ha detto, veniva loro dato un libro con i salmi.
E, mentre la sua compagnia si dirigeva verso Gaza, mi ha detto, venivano fiancheggiati da un rabbino civile da un lato, e da un rabbino militare dall’altro.
“Sembrava una guerra religiosa, come una crociata. Mi ha disgustato. La religione e l’esercito dovrebbero rimanere completamente separati”, ha detto.
“Figli della luce”
Ma i rabbini militari, come il tenente Shmuel Kaufman, sono entusiasti del cambiamento.
Nelle guerre precedenti, i rabbini dovevano stare lontani dal fronte, dice. A Gaza, è stato loro ordinato di accompagnare i combattenti.
“Il nostro compito era di esaltare lo spirito combattivodei soldati. L’eterno spirito ebraico dai tempi della Bibbia fino alla venuta del Messia”.
Il rabbino Kaufman ha detto che prima che la sua unità entrasse a Gaza il loro comandante gli disse di suonare il corno di montone: “Come Giosuè quando conquistò la terra d’Israele. Rende la guerra più santa”.
Il rabbino ha distribuito centinaia di opuscoli religiosi durante la guerra di Gaza.
Quando questa cosa è venuta alla luce, ha suscitato in Israele una polemica enorme. Alcuni opuscoli definivano i soldati israeliani “i figli della luce” e i palestinesi “i figli delle tenebre”.
Altri paragonavano i palestinesi ai filistei, il nemico biblico più accanito del popolo ebreo.
L’esercito israeliano ha preso le distanze da queste pubblicazioni, ma esse recavano il timbro ufficiale dell’esercito.
Tuttavia, i capi dell’esercito sostengono che i loro rabbini rispettano l’etica militare e che tengono le loro convinzioni private in disparte. Essi dicono la stessa cosa della nuova ondata di soldati religiosi nazionalisti che sono entrati nelle truppe da combattimento.
“Un dovere religioso”
Ho visitato un seminario ebraico ortodosso vicino a Hebron, in Cisgiordania. Fa parte di quel numero crescente di scuole religiose che incoraggiano a portare la Bibbia ebraica sul campo di battaglia.
Tutti gli studenti del seminario scelgono di prestare servizio nelle unità di combattimento dell’esercito, mentre le statistiche indicano che gli israeliani meno motivati ideologicamente cercano di evitarle. Tutto ciò ha suscitato l’attenzione dei media israeliani.
Il diciannovenne con cui ho parlato nel seminario mi ha detto che i soldati religiosi come loro possono rendere migliore il comportamento dell’esercito e farlo diventare “più morale”.
Essi credono che sia un loro dovere religioso proteggere i cittadini d’Israele, lo stato ebraico. Lo ordina il Signore, hanno detto.
Il seminario degli studenti è costruito in un insediamento ebraico della Cisgiordania occupata.
Se il Presidente Barack Obama riesce a ottenere quello che vuole, Israele alla fine evacuerà i suoi insediamenti.
Essi sono illegali, in base al diritto internazionale, e i palestinesi rivendicano i territori come parte del loro futuro stato. Ma per i soldati religiosi la Cisgiordania fa parte della terra data agli ebrei da Dio.
Gal Einav pensa che molti soldati rifiuteranno di smantellare gli insediamenti.
La questione degli insediamenti potrebbe dilaniare l’esercito, mi ha detto, aggiungendo che la maggior parte dei suoi ufficiali a suo tempo sono stati coloni.
“Se si arriva a uno scontro tra le direttive politiche del governo israeliano e il messaggio dei rabbini, i coloni e i soldati di estrema destra seguiranno i rabbini”, ha detto.
La minaccia della Jihad
I capi dell’esercito israeliano dissentono fermamente.
Il generale di brigata Eli Shermeister è l’ufficiale in capo per l’addestramento.
Ammette che in passato è stato fatto qualche errore ma dice che con i rabbini ora è stato raggiunto il giusto equilibrio.
Sostiene che i capi dell’esercito israeliano sono i soli che abbiano la responsabilità dello spirito dei soldati.
“Il codice morale dell’esercito israeliano è chiaro. Noi giudichiamo i soldati alla luce di questo codice. Nessuno può creare un altro codice morale. Certamente non un religioso”.
Ma il predecessore del generale di brigata Shermeister descrive quello che vede nell’esercito come un cambiamento chiaro e preoccupante.
Secondo il generale della riserva Nehemia Dagan, quello che sta succedendo nell’esercito è molto più pericoloso di quanto la maggior parte degli israeliani si renda conto: “Noi (soldati) eravamo abituati a mettere da parte le nostre idee per fare quello che dovevamo fare. Non importava se eravamo religiosi o se venivamo da un kibbutz. Ma adesso non è più così”.
“Il morale sul campo di battaglia non può venire da un’autorità religiosa. Se succede, è la Jihad. Conosco persone a cui questa parola non piace ma si tratta proprio di questo, di Guerra Santa. E quando c’è la Guerra Santa, non ci sono limiti”.
Molti ebrei religiosi dissentono dal tipo di predicazione ascoltata durante le recenti operazioni di Gaza.
Dicono che perverte il vero insegnamento del giudaismo e che contraddice il codice militare d’Israele.
Giorno dopo giorno, l’esercito israeliano opera soprattutto in aree civili – a Gaza, in Cisgiordania, e a Gerusalemme Est.
Le influenze cui sono esposti i soldati israeliani sono di particolare importanza.
Il modo in cui considerano i palestinesi che vivono lì è probabile che condizioni il modo in cui usano il proprio potere e le loro armi.
[1] Traduzione di Andrea carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://news.bbc.co.uk/2/hi/programmes/newsnight/8232340.stm
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