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“La memoria non è la storia”, ha scritto [Alain de Benoist] in un recente numero della rivista “Eléments” [Dicembre 2008]
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La storia, imperfetta com’è, progredisce solo per revisione e per contro-revisione. E [Arthur M.] Schlesinger cita anche lo storico olandese Peter Geyl: “La storia non è che una disputa senza fine”.
Speriamo dunque che, liberati infine dalla Legge Gayssot e dai testi ugualmente liberticidi che l’hanno aggravata (Perben, Lellouche…) il corso della storia ritrovi un letto in accordo con i bisogni di Clio e che la nostra memoria non ci abbandoni perché, per il delitto di “disputa senza fine”, un prigioniero a Mannheim sta passando sei anni dietro le sbarre: Ernst Zündel [foto]. E non è, ahimé, il solo”.
Léon Arnoux
La storia, la memoria e le leggi liberticide
Nell’ultima uscita del settimanale Rivarol (1 Rue d’Hauteville, F-75010 Paris), il n° 2903 del 30 Aprile 2009, c’è un articolo – firmato Léon Arnoux e intitolato “L’Histoire, cette dispute sans fin” – consacrato alla differenza tra storia e memoria. Ecco le ultime frasi:
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