Di James Bacque (1997)[1]
Non appena la seconda guerra mondiale finì, nel 1945, il Canada e gli Stati Uniti iniziarono a inviare cibo alle centinaia di milioni di persone che soffrivano la fame a causa della guerra. Senza precedenti nella storia del pianeta, questo massiccio programma adempiva gli alti ideali per i quali gli Alleati dell’Occidente avevano combattuto. La loro generosità sembrava non avere limiti. Essi diedero da mangiare agli ex nemici – l’Italia e il Giappone – come pure ad un nemico nuovo: l’Unione Sovietica.
Solo la Germania venne lasciata fuori.
E’ risaputo, in Occidente, che gli Alleati impiccarono dei nazisti per i loro crimini – l’uccisione degli ebrei, le brutali pulizie etniche, i campi dei mortiferi lavori forzati, la fame imposta a intere nazioni. Quello che generalmente non si sa è che questi eserciti Alleati di occupazione requisirono il 25% delle terre più fertili della Germania e le diedero ai sovietici e ai polacchi, trasferendo forzosamente circa 16 milioni di persone nel territorio rimanente. E’ stato anche dimenticato – o tenuto nascosto – che gli Alleati proibirono l’emigrazione e tennero milioni di prigionieri nei campi di lavori forzati. Gli aiuti caritatevoli internazionali alla Germania vennero proibiti per un anno e poi, nell’anno successivo, sottoposti a restrizioni. Quando vennero permessi, era troppo tardi per milioni di persone.
In un piano ideato dal Ministro del Tesoro statunitense, Henry C. Morgenthau, gli Alleati “pastoralizzarono” la Germania. Tagliarono la produzione di carburante, di trattori, di acciaio e di altri prodotti che erano stati essenziali per lo sforzo bellico. Tagliarono la produzione dei fertilizzanti dell’82%. Deprezzarono le esportazioni tedesche (che controllavano), e privarono i tedeschi del contante necessario per comprare il cibo. E una larga percentuale di giovani lavoratori di sesso maschile vennero tenuti per anni ai lavori forzati. Durante i sei mesi successivi alla fine della guerra, la produzione industriale tedesca crollò del 75%.
La perdita di così tante terre fertili e la diminuzione delle forniture di fertilizzanti provocarono il crollo del 65% della produzione agricola. Sessanta milioni di persone iniziarono a morire di fame nella loro gigantesca prigione.
Le espulsioni di massa da una parte della Germania a un’altra, approvate dagli Alleati nella conferenza di Potsdam del Luglio/Agosto del 1945, vennero attuate “con il massimo della brutalità”, scrisse lo scrittore e filantropo inglese Victor Gollancz nel suo libro Our Threatened Values [I nostri valori minacciati], del 1946. Lo scrittore e produttore televisivo canadese Robert Allen, in un articolo intitolato “Letter From Berlin”, sulla rivista Reading (del Febbraio del 1946), descrisse la scena di una stazione ferroviaria di Berlino quando arrivarono dei profughi, alla fine del 1945: “Erano tutti sfiniti, affamati e in uno stato pietoso…Un bambino mezzo morto…Una donna nella disperazione più terribile che abbia mai visto…Anche quando vedi certe cose, è impossibile credervi…Dio, è stato terribile”.
In Occidente, il piano per smantellare la capacità industriale della Germania iniziò nel quartier generale inglese del Generale Dwight Eisenhower, nell’Agosto del 1944. Incontratosi con Morgenthau, il Generale Eisenhower prescrisse per la Germania un trattamento che sarebbe stato “giusto e duro”, fornendo come spiegazione il fatto che “l’intera popolazione tedesca è un paranoide sintetico”.
Morgenthau inviò una versione scritta del loro colloquio al presidente degli Stati Uniti Franklin Roosevelt e al primo ministro inglese Winston Churchill, quando i due si incontrarono a Quebec City nel Settembre del 1944. Il ministro degli esteri inglese Anthony Eden, il ministro degli esteri degli Stati Uniti Cordell Hull e il ministro della guerra degli Stati Uniti Henry L. Stimson protestarono tutti con vigore contro il Piano Morgenthau perché una Germania pastoralizzata non poteva nutrire sé stessa. Hull e Stimson dissero a Roosevelt che se il piano fosse stato attuato sarebbero morti 20 milioni di tedeschi.
La maggior parte degli storici dice che il Piano Morgentau venne abbandonato dopo le proteste, ma lo stesso Morgenthau disse che venne attuato.
Sul New York Post del 24 Novembre del 1947 egli scrisse: “Il Piano Morgenthau per la Germania […] è entrato a far parte dell’Accordo di Potsdam, una dichiarazione solenne di intenti e un impegno all’azione…firmato dagli Stati Uniti d’America, dall’Inghilterra e dall’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche”.
Mi sono imbattuto per la prima volta in questa storia quando stavo conducendo le ricerche per il mio libro del 1989, Other Losses[2], sullo sterminio dei prigionieri di guerra tedeschi nei campi Alleati. Per 45 anni, gli storici non hanno mai contestato i risultati di una massiccia inchiesta condotta per oltre quattro anni dal governo del cancelliere Konrad Adenauer, secondo cui circa 1.4 milioni di prigionieri tedeschi erano morti in prigionia. Quello che viene ancora discusso dalle due parti [Russia e Occidente] è quante persone morirono nei campi di ognuna delle due parti. Ognuna ha incolpato l’altra di quasi tutti i morti.
La caduta dell’impero sovietico nel 1989 fornì un test spettacolare per misurare la verità: se gli archivi del KGB avevano registrato quanti tedeschi erano morti nei campi sovietici, il mondo avrebbe saputo quanti ne erano morti in Occidente.
Nel 1992, andai negli archivi del KGB a Mosca, dove mi venne permesso di entrare nei corridoi lunghi e tetri, libero di leggere e fotocopiare tutto quello che volevo. E lì trovai i rapporti del Colonnello dl KGB I. Bulanov e di altri, che mostravano che nei campi sovietici erano morti 450.600 tedeschi. Data la cifra dei 1.4 milioni di morti, questo significa che nei campi occidentali ne erano morti quasi un milione.
Questa era l’ombra di una tragedia ancora più grande, quella dei civili tedeschi.
La recente declassificazione delle carte di Robert Murphy all’Hoover Institute di Stanford, in California, e dei manoscritti di Robert Patterson a Washington, delineano il quadro. Murphy era stato il primo consigliere diplomatico in Germania, e Patterson fu ministro della guerra dopo il 1945.
Alcune delle carte di Murphy mostrano un tasso di mortalità catastrofico in Germania, evidenziato da un sorprendente commento di Murphy sui dati demografici tedeschi. Egli disse, in un memorandum al Dipartimento di Stato del 1947, che la proiezione statistica da parte americana delle nascite, dell’immigrazione e delle morti ufficialmente registrate mostrava che nei tre anni a venire la popolazione tedesca doveva essere di 71 milioni, ma che “a essere prudenti e alla luce dell’attuale alto tasso di mortalità in Germania, verrà utilizzata una cifra di 69 milioni”. In altre parole, Murphy informava i politici che il tasso di mortalità reale dei tedeschi era circa il doppio del tasso ufficialmente riferito a Washington dal governatore militare americano.
Negli Archivi Nazionali di Ottawa, ho trovato un documento sequestrato dai canadesi nel 1946, che mostrava un tasso di mortalità nella città di Brilon, nella Germania del centro-nord, quasi triplo rispetto al totale riferito dagli Alleati per le loro zone di competenza negli anni 1945-46. L’ufficiale medico dell’esercito americano in Germania riferì segretamente che il tasso di mortalità reale nella zona americana, nel Maggio del 1946, era del 21.4 per 1.000 all’anno, ossia più alto dell’83% di quello riferito a Washington dal governatore militare.
Questi documenti di Ottawa, Mosca, Washington e Stanford, venuti recentemente alla luce o a lungo trascurati, mostrano che gli Alleati non solo distrussero la maggior parte delle più importanti industrie tedesche, ma che ridussero la produzione di cibo per i tedeschi al punto che i tedeschi ricevettero per diversi anni meno cibo di quanto ne avevano ricevuto gli olandesi sotto l’occupazione tedesca.
“Dal 1945 alla metà del 1948, si poteva osservare il probabile crollo, la disintegrazione e la distruzione di un’intera nazione”. Queste non sono le parole di uno storico revisionista degli anni ’90, ma il sobrio giudizio espresso sul posto da un ufficiale medico della Marina americana. Il Capitano Albert Behnke paragonò la fame sofferta dai tedeschi e dagli olandesi: per mesi, in alcune zone della Germania, la razione fornita dalle forze di occupazione era di 400 calorie al giorno; in gran parte della Germania era spesso intorno alle 1.000 e, ufficialmente, per più di due anni non fu mai più di 1.550. Gli olandesi ne ricevettero sempre più di 1.394.
E per il suo ruolo nell’aver affamato la gente in Olanda, il Comandante nazista Arthur Seyss-Inquart venne impiccato dagli Alleati.
Un confronto tra i censimenti tedeschi del 1946 e del 1950 mostra gli effetti della penuria di cibo. Il censimento del 1950 mostrò 5.7 milioni di persone in meno di quelle che ci dovevano essere secondo il numero di persone registrato nel 1946, meno le morti ufficialmente registrate, più le nascite e gli “immigrati” (le persone espulse dall’est e i prigionieri ritornati in patria) del periodo compreso tra il 1946 e il 1950.
Murphy, in realtà, era stato prudente, in parte perché aveva sottovalutato il numero di prigionieri che dovevano tornare in Germania dalla Russia. Il conto totale delle morti non riconosciute tra i prigionieri, i profughi, e i civili non espulsi arriva intorno ai nove milioni di persone, tra il 1945 e il 1950, molto più alto del numero di morti durante la guerra stessa. Tutti questi morti furono in sovrappiù rispetto al quelli registrati ufficialmente.
Mentre i tedeschi morivano di fame, il programma di soccorso canadese-americano entrò in azione in altre parti del mondo. L’ex presidente degli Stati Uniti Herbert Hoover, all’epoca primo consigliere per i bisogni alimentari del presidente Harry Truman, girava per il mondo valutando i bisogni e i rifornimenti. Egli trovò grandi zone di povertà, come ve ne sono sempre state e come ve ne sono ancora, ma non penurie di cibo insormontabili. In realtà, la produzione mondiale di cibo nel 1945, secondo le statistiche del governo americano, corrispondeva al 90% della media degli anni dal 1936 al 1938. Alla fine del 1946, era praticamente normale.
Hoover chiese, prese in prestito e acquistò abbastanza cibo dai paesi che ne avevano in sovrappiù – Australia e Argentina – da nutrire quasi tutti gli affamati del mondo. Si congratulò cordialmente con i canadesi, in un discorso a Ottawa del 1946, per la loro collaborazione: “Al Canada giunge la gratitudine di centinaia di milioni di esseri umani che sono stati salvati dalla fame grazie agli sforzi di questo grande Commonwealth”.
Mentre Hoover parlava di vittoria contro la più grande minaccia di carestia nella storia del pianeta, i tedeschi entravano nel loro peggiore anno di tutti i tempi. All’inizio del 1946, i rapporti sulle condizioni di vita in Germania spinsero i senatori americani, tra i quali Kenneth Wherry e William Langer, a protestare contro “questo stupido…brutale e malefico Piano Morgenthau”.
Tardivamente, Truman chiese a Hoover di intervenire. Hoover si rivolse a tutti i nordamericani: “Milioni di madri vedono deperire i propri figli davanti agli occhi”. I tassi di mortalità infantile in certe città tedesche erano del 20% all’anno, catastroficamente più alte della media tedesca prima della guerra o di quella europea dell’epoca.
I casi di tubercolosi tra i bambini di Kiel, nella zona inglese, aumentarono del 70% rispetto al periodo pre-bellico.
Hoover chiese misericordia per la Germania.
“Posso solo appellarmi alla vostra pietà e alla vostra misericordia…Non accoglierete alla vostra tavola un ospite invisibile?”
I canadesi e gli americani prepararono la tavola per l’ospite invisibile.
Secondo Norman Robertson, primo consigliere per gli affari esteri del primo ministro McKenzie King, il Canada fu il solo paese a mantenere i propri impegni di aiuto agli affamati. Solo in Canada il razionamento e i controlli sui prezzi continuarono molto dopo la fine della guerra in modo che anche altri potessero venire nutriti.
Questa campagna senza precedenti salvò 800 milioni di vite, secondo Hoover.
Alcuni tedeschi anziani custodiscono gelosamente la memoria dei “Hoover Speise [pasti]” che li nutrivano a scuola nel 1947. Molti milioni di persone – incluse centinaia di migliaia di canadesi nati in Germania – ricordano anche le loro case in aree della Germania che ora stanno sotto il governo polacco o russo. Nessuno sogna risarcimenti ma tutti vogliono che conosciamo la loro storia.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.serendipity.li/hr/bacque01.htm
[2] Pubblicato in Italia da Mursia con il titolo Gli altri lager [Nota del T.]..
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