Elie Wiesel e il problema dell’indifferenza

Nel suo “Smith’s Report” n°155, del mese di Novembre, il revisionista californiano Bradley Smith ha pubblicato una lettera indirizzata ad un alto responsabile dell’Università di Toledo (Ohio). Ecco il testo, che B. Smith ha intitolato “Elie Wiesel e il problema dell’indifferenza”:

Dr. William O’Neal, Direttore degli Alti Studi
Dipartimento di Storia
Università di Toledo
Toledo, Ohio, 43606-3390

Caro dr. O’Neal,

Ho saputo che il 30 Ottobre la Facoltà delle Arti e delle Scienze dell’Università di Toledo ospiterà una conferenza del Premio Nobel Elie Wiesel sul tema “Quello che gli antichi maestri possono insegnarci sulla lotta contro il fanatismo e la costruzione dell’unità morale in una società plurale”. E’ un’idea interessante per una conferenza anche se, se si guarda il mondo dal punto di vista dell’UNESCO, non sembra che essi ci abbiano insegnato molto.

Nel Toledo Blade [La lama di Toledo][1] Wiesel tratta un problema più semplice, che ha già trattato in precedenza, quello dell’”indifferenza”. Leggiamo ancora una volta che egli sostiene che “l’opposto dell’amore non è l’odio, ma l’indifferenza”. Che l’opposto della cultura, della bellezza e della vita stessa è l’indifferenza. Che “l’indifferenza è ciò che permette al male di essere così forte”. La qualcosa mi riporta all’argomento che verrà affrontato.

Professor O’Neal, lei crede che la Facoltà delle Arti e delle Scienze di Toledo abbia preparato i propri studenti, in qualsiasi modo, a capire il problema dell’”indifferenza” per quanto riguarda lo stesso Elie Wiesel?

Si rendono conto, gli studenti dell’Università di Toledo, che per decenni Elie Wiesel si è mostrato indifferente al destino degli scrittori e degli editori che contestano la versione ortodossa dell’Olocausto, e che per questo vengono arrestati, processati, e imprigionati, per questi reati d’opinione, in Germania, Francia, Austria, Svizzera e in altre nazioni europee?

Sono stati preparati, i vostri studenti – per quanto riguarda la lotta al fanatismo – a capire che Elie Wiesel è il fanatico dell’Olocausto più famoso d’America? Che ha passato tutta la sua vita di persona adulta a rivolgere, con insuperato fanatismo, l’accusa di “mostruosità unica” contro i tedeschi, compresa l’accusa che hanno utilizzato armi di distruzione di massa (le “camere a gas”) per lo sterminio ad Auschwitz, e che sebbene egli sia persino stato internato lì, dopo più di mezzo secolo non è in grado di nominare, prove alla mano, una sola persona che sia stata uccisa in una camera a gas di quel campo?

Sono stati preparati, gli studenti dell’Università di Toledo, a contestare l’indifferenza di Elie Wiesel per la “costruzione dell’unità morale” quando scrive che “ogni ebreo, da qualche parte dentro di sé, dovrebbe conservare una zona di odio – un odio virile e salutare – per quello che il tedesco personifica e per quello che continua a esistere nel tedesco”? Un’affermazione che per quarant’anni ha rifiutato di ritrattare?

Sono stati preparati, gli studenti dell’Università di Toledo, a capire l’idiozia allo stato puro di un uomo come Wiesel, il quale ha affermato che, quella volta che venne colpito da un taxi a Manhattan, volò “per un intero isolato” prima di toccare di nuovo terra – vale a dire per circa due terzi della lunghezza di un campo da football?

Inizierà, la Facoltà delle Arti e delle Scienze dell’Università di Toledo, a promuovere una stampa libera e una libera circolazione delle idee sul problema dell’Olocausto e dei suoi prapagandisti, come Elie Wiesel, oppure continuerete, con indifferenza, a ricoprire il ruolo di semplici stenografi della massiccia, multimiliardaria industria dell’Olocausto?

Non siete d’accordo che l’”indifferenza”, come dice Elie Wiesel, “è ciò che permette al male di essere forte”?

Grazie per la vostra attenzione.

Bradley R. Smith
Comitato per un Dibattito Aperto sull’Olocausto
PO Box 439016
San Ysidro CA 92143

Nota: questa richiesta di informazioni sarà duplicata per qualcuno dei vostri colleghi.

[1] Il Toledo Blade è un quotidiano locale.

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