Giovedì 13 Novembre, alle 6.15 del mattino (!), due ufficiali della polizia giudiziaria provenienti da Parigi, accompagnati da due (o tre?) poliziotti in uniforme, hanno fatto irruzione a casa del professor Faurisson, facendo un fracasso deliberato. La moglie del professore, che è cardiopatica, ha provato uno spavento che potrebbe avere delle conseguenze. Per un’ora e mezzo è rimasta chiusa in una stanza insieme a uno dei suoi fratelli e alla moglie di quest’ultimo, che si trovavano quella notte ospiti del professore e che un poliziotto, urlando, ha buttato giù dal letto.
Questo comportamento vergognoso è tanto meno ammissibile in quanto i due ufficiali conoscevano il cattivo stato di salute della moglie di Faurisson. Essi avevano già perquisito l’abitazione del professore lo scorso 24 Gennaio. Quel giorno, posto in stato di fermo al suo arrivo al commissariato di Vichy (città in cui risiede il professore), e avvertito che dopo il suo interrogatorio i poliziotti lo avrebbero accompagnato a casa per una perquisizione, Faurisson aveva segnalato ai due funzionari che, essendo la moglie cardiopatica, egli le aveva nascosto la sua convocazione al commissariato. Il professore aveva inoltre precisato che a una cert’ora sua moglie sarebbe uscita di casa, e aveva quindi chiesto ai poliziotti di entrare in casa dopo quel momento. Essi non hanno tenuto in alcun conto la raccomandazione di Faurisson e, grazie al loro arrivo intempestivo a casa sua, hanno provocato un attacco cardiaco alla moglie del professore.
Due giorni fa, di fronte a questo nuovo sopruso, Faurisson ha vivamente rampognato i poliziotti che, a quel punto, si sono calmati.
I poliziotti in uniforme sono andati via alle 7.30. Gli altri due, una donna e un uomo, hanno operato dalle 6.20 alle 10.30 (!).
Faurisson ha rifiutato di rispondere alle loro domande. A tutte le domande della polizia, da trent’anni, il professore risponde in un solo modo: “Nessuna risposta”, anche se la domanda è benigna. Faurisson rifiuta di collaborare con la polizia e con la giustizia francese nella repressione del revisionismo storico.
Ancora una volta, i due funzionari di polizia non hanno cavato un ragno dal buco. Ancora una volta, non hanno trovato né il computer né i documenti che cercavano.
Erano lì in adempimento di cinque (!) commissioni rogatorie. La più importante riguardava la partecipazione di Faurisson alla conferenza di Teheran (11-12 Dicembre del 2006: http://vho.org/aaargh/fran/livres7/TEHERAN/teheran.html). Jacques Chirac è all’origine di queste incriminazioni, insieme a un’organizzazione ebraica.
Piena solidarietà al professore, contro questo nuovo sopruso!
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