Il 16 Settembre scorso è stato il diciannovesimo anniversario della vile aggressione subita nel 1989 dal professor Faurisson, da parte di “tre giovani attivisti ebrei parigini”: avvenne in un parco di Vichy, città di residenza del professore, mentre portava a spasso il suo barboncino. Un pescatore, attirato dalle grida della vittima, intervenne e gli salvò letteralmente la vita. Non entreremo nei dettagli, cosa che al professore non piacerebbe molto, ma ricordiamo solo che dovette subire un’operazione di 4 ore e mezza per ricomporre la mascella fratturata…
Fu il rimpianto Serge de Beketch, all’epoca direttore del settimanale “National Hebdo”, a pubblicare per primo – e a tutta pagina – la foto di Faurisson sul suo letto d’ospedale, foto che fece il giro del mondo.
Ricordiamo anche che, se la polizia riuscì ad accertare che i colpevoli erano “tre giovani attivisti ebrei parigini”, il cui indirizzo (da loro fornito) era quello della LICRA (Lega Internazionale contro il Razzismo e l’Antisemitismo), tali colpevoli non furono incriminati e il dossier della polizia venne archiviato…
Ci permettiamo qui di raccontare due aneddoti a margine di questa aggressione, di cui uno farà sorridere i nostri lettori, ma l’altro forse meno:
1) Appena arrivato all’ospedale, Faurisson non cessava di sussurrare, nonostante la mascella fracassata: “Foto! Foto!” E l’infermiera presente rispondeva: “Sì, signore, non vi agitate, vi faremo una radiografia”. Nonostante il dolore, Faurisson non aveva perduto di vista l’importanza che rivestiva una foto del suo viso massacrato; questa foto venne fortunatamente presa da un amico dei suoi figli e venne quindi messa in circolazione.
2) Il 17 Settembre successivo, il giorno dopo l’aggressione, il giovane pescatore che aveva salvato la vita al professore venne interrogato dalla polizia e, avendo appreso alla radio il nome della vittima, dichiarò che gli dispiaceva di avergli salvato la vita e che, se l’avesse saputo al momento, non gliel’avrebbe salvata…
Uscito dall’ospedale, circa una settimana più tardi, il professore, ignorando la reazione del pescatore davanti alla polizia, si informò del suo indirizzo e gli portò “la più grande scatola di cioccolatini che abbia mai visto in vita mia”. Suonò alla porta, il giovane aprì, con il padre alle spalle e, nel momento in cui Faurisson si presentò, tutti e due gli rivolsero uno sguardo glaciale, ma presero lo stesso la scatola di cioccolatini…
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