La prima udienza del processo Töben si è svolta come previsto, il 5 Agosto, davanti alla Corte Federale di Adelaide presieduta dal giudice Bruce Lander. Ricordiamo che il processo è stato intentato dall’eterno persecutore dei revisionisti australiani: Jeremy Jones, ex-presidente del Consiglio esecutivo della comunità ebraica australiana, rappresentato dall’avvocato Robin Margo, contro Fredrick Töben, direttore dell’Adelaide Institute (http://www.adelaideinstitute.org/ ), difeso dall’avvocato David Perkins (è proprio Töben l’autore della brillante definizione: “Internet? Un’arma di istruzione di massa”).
Non entreremo nei dettagli di questa prima udienza: ci accontentiamo di segnalare qualche punto:
sono stati portati contro Töben 24 capi d’accusa; per ciascuna di queste accuse l’imputato si è dichiarato non colpevole.
L’accusa principale che gli è stata rivolta è quella di aver ripetutamente infranto una sentenza del 2002 che gli aveva ordinato di rimuovere dal suo sito il materiale che non piaceva agli ebrei, soprattutto quello riconducibile alle seguenti affermazioni:
Esistono dei seri dubbi sull’esistenza dell’Olocausto;
E’ assai poco probabile che siano esistite delle camere a gas a Auschwitz.
Altra grave accusa portata contro Töben: ha messo in causa l’integrità del tribunale che lo deve giudicare citando espressamente il nome di due giudici ebrei. Il giudice ha precisato che tutte le prove presentate dall’imputato per negare l’esistenza dell’Olocausto saranno considerate fuori luogo. In compenso, ha accettato, su istanza dell’avvocato di Töben, che non venga resa nota la situazione bancaria dell’imputato, disponendo anche che il querelante non sappia l’identità delle persone che hanno apportato il loro sostegno finanziario a Töben, anche riguardo all’azione in corso.
Il 6 Agosto, seconda udienza del processo, ha preso la parola l’accusa. Jeremy Jones è venuto alla sbarra per essere contro-interrogato. Poi l’avvocato Margo ha pronunciato la sua arringa, nel corso della quale ha chiesto che Fredrick Töben venga messo in carcere se non sarà in grado di pagare un’ammenda. Ha poi aggiunto, riferendosi all’imputato: “Ha scelto di dire la verità, quella che lui considera tale, invece di obbedire alla legge…Non avrebbe potuto dimostrare un disprezzo più evidente”.
Il 7 Agosto è stato il giorno dell’arringa dell’avvocato di Töben, che ha evidenziato come il suo assistito non avesse più alcun motivo di conformarsi alla sentenza del 2002, che gli aveva ordinato di rimuovere dal sito il materiale giudicato antisemita: tale decisione, secondo l’avvocato Perkins, è stata superata dalla promulgazione della Legge del 2007 sulla cittadinanza australiana, il cui preambolo specifica che: “Ogni persona ha il diritto di esprimersi, quali che siano le sue opinioni…questa legge è stata fatta per unire tutti i cittadini australiani rispettando la loro diversità”.
E’ attesa la sentenza del giudice Lander.
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