Di Paul Grubach (2006)
16 Agosto 2006
Amnesty International
D-53108
Bonn
Germania
Signore/Signora:
Sono stato informato che uno degli scopi principali della vostra organizzazione è quello di difendere i diritti umani universali. Le scrivo ora per informarla di una violazione molto grave dei diritti umani che sta avendo luogo nella sua nazione, e per chiederle di prendere pubblica posizione riguardo ad essa.
Il signor Germar Rudolf [foto], un ex candidato al dottorato di chimica nel prestigioso Max Planck Institute, è un cittadino tedesco che è stato costretto ad abbandonare la sua nativa Germania, poiché ha contestato e confutato certi aspetti della narrativa ebraica dell’Olocausto. In breve, credo che egli abbia dimostrato che le presunte camere a gas di Auschwitz non sono mai esistite. Negli Stati Uniti, vicino Chicago, lo studioso revisionista Rudolf è stato recentemente strappato alla propria moglie americana e al loro bambino e consegnato alla Germania. Sta in prigione a Stoccarda (gli interessati possono leggere il rapporto scientifico di Germar Rudolf sulle presunte camere a gas di Auschwitz all’indirizzo: http://vho.org/GB/Books/trr/index.html )
In Germania, la libertà di ricerca è garantita dalla costituzione. Tuttavia, questo stesso diritto civile scompare se uno studioso pone certe questioni sull’Olocausto e arriva a delle conclusioni sgradite alle autorità. Vale a dire che in Germania, uno studioso e pubblicista di materie scientifiche può essere imprigionato per le sue opinioni, per quanto possano essere pacifiche e scientifiche.
La libertà di ricerca può esistere solo dove viene permesso di fare domande e dare risposte esclusivamente motivate dalle prove, non da ordini del governo o dal codice penale. Dove agli esseri umani viene proibito di fare domande e dare risposte, non solo la scienza cessa di esistere ma la stessa umanità. Questo per essere perfettamente chiari. Lo scienziato Germar Rudolf ha posto delle questioni sulle camere a gas di Auschwitz, e ha fornito delle risposte esclusivamente motivate da prove chimiche e tossicologiche. In questo caso, la scienza ha cessato di esistere ed è in atto un’evidente tirannia, poiché egli è stato imprigionato a causa delle proprie scoperte.
In risposta alle mie accuse, lei può difendere le azioni del vostro governo con il seguente tipo di ragionamento: “Quello che Germar Rudolf dice sull’Olocausto è un’istigazione all’odio razzista che deve essere bandita per prevenire un’altra ripresa del nazismo in Germania. Il suo discorso è un’istigazione all’odio. Perciò merita la prigione.”
Anche se quello che Rudolf dice sull’ideologia dell’Olocausto è un’“istigazione all’odio razzista”, le sue affermazioni potrebbero comunque rimanere valide. Definire semplicemente un punto di vista come “razzista” non confuta in alcun modo quel punto di vista.
Ma concediamo al suo governo il beneficio del dubbio e supponiamo che tutto (!) quello che Rudolf dice sull’Olocausto sia davvero falso al 100%, e che si tratti davvero di un’“istigazione all’odio razzista”. Una società veramente democratica garantisce ai suoi cittadini il diritto di avere irrimediabilmente e dimostrabilmente torto. Il diritto alla libertà di parola non può essere applicato in modo selettivo, facendolo dipendere dalla natura del punto di vista in questione. Deve [invece] essere applicato universalmente e invariabilmente a tutti i membri di una società democratica. Se tutto ciò ha un senso, libertà di parola significa il diritto ad avere e a esporre opinioni controverse e impopolari. Non tenete in prigione Rudolf. Liberatelo e sconfiggete le sue idee in un dibattito aperto e democratico.
Se la Germania contemporanea fosse davvero una democrazia liberale che rispetta il diritto di ciascuno alla libertà di espressione, il governo tedesco dovrebbe liberare Germar Rudolf e sconfiggere le sue idee in un dibattito televisivo nazionale. Questo sarebbe il modo con il quale potreste prevenire la ripresa di un’oppressiva forma di governo nazionalsocialista. Liberare Germar Rudolf e coinvolgerlo in un dibattito aperto mostrerebbe al popolo tedesco che una democrazia che rispetta il diritto di ciascuno alla libertà di opinione e di espressione è superiore alla dittatura di destra che soppresse la libertà di parola.
Concediamo di nuovo ai miei critici il beneficio del dubbio e supponiamo che l’opera di Rudolf sia in realtà un’istigazione all’odio. Se voi bandite questo materiale detestabile e imprigionate il suo autore, allora, ad essere onesti, dovreste imprigionare i rabbini ebrei che pubblicano in Germania certa letteratura religiosa. In realtà, il defunto studioso israeliano Israel Shahak mostrò nel suo studio erudito Jewish History, Jewish Religion: The Weight of Three Thousand Years [Storia ebraica e religione ebraica: il peso di tre millenni], che alcune importanti pubblicazioni religiose, e certe leggi rabbiniche istigano davvero gli ebrei a odiare i non ebrei. Così, imprigionare Germar Rudolf perché ha pubblicato un’istigazione all’odio, ma permettere poi agli ebrei – che pubblicano testi odiosi del Talmud, alcune importanti pubblicazioni religiose, e certe leggi rabbiniche – di andare a piede libero, significa attuare una giustizia selettiva. E la giustizia selettiva è in realtà ingiustizia.
In poche parole, la reclusione del mio amico e collega Germar Rudolf (e di altri come lui) per aver espresso le proprie opinioni sull’ideologia dell’Olocausto serve solo a minare la fede del popolo tedesco nella vostra cosiddetta “democrazia”.
Come ho detto all’inizio di questa lettera, chiedo a lei di intervenire pubblicamente a favore di Germar Rudolf.
Il dr. Rudolf può essere contattato al seguente indirizzo:
Germar Rudolf
JVA Stammheim
Asperger Str. 60
70439 Stuttgart
Germania
Aspetto la sua risposta.
Sinceramente,
Paul Grubach
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale può essere consultato all’indirizzo: http://www.codoh.com/viewpoints/vppgamnesty.html
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