Ripropongo a seguire un mio articolo dell’anno scorso, già pubblicato su Civium Libertas e cancellato nei giorni scorsi dal pessimo Caracciolo.
BLONDET: PERCHE’ NON DAI A ILARIA RAMELLI QUELLO CHE E’ DI ILARIA RAMELLI?
Il giornalista Blondet, in libera uscita dai suoi consueti temi geopolitici, ha scritto sul suo sito – nel giorno di Natale 2007 – un articolo sul martirio subìto a Roma da San Giovanni Evangelista (http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=2522¶metro=storia ). Molte delle cose da lui scritte sono indubbiamente interessantissime: il problema è che non è farina del suo sacco.
Egli cita, en passant, come fonte delle sue argomentazioni la storica Marta Sordi (“I Cristiani e l’Impero Romano”) e “le sue allieve romaniste”.
Blondet, dilla tutta: non le sue allieve ma una allieva della Sordi ha messo a disposizione degli studiosi il materiale storico-documentario di cui tu ti sei avvalso nel tuo articolo: esattamente Ilaria Ramelli.
La Sordi ha soltanto accettato e fatto propria l’ipotesi della Ramelli su Giovenale come possibile fonte del martirio di San Giovanni, ma non l’ha formulata lei. In secondo luogo, è quantomeno riduttivo definire Ilaria Ramelli (senza, ripetiamolo, mai nominarla) come una semplice “allieva” di Marta Sordi: con tutto il rispetto della prof.ssa Sordi, la Ramelli è infatti un’insigne – ancorché giovane – studiosa, di straordinaria erudizione, che brilla da anni di luce propria.
Per dirne una: è la ricercatrice che nel corso degli ultimi 15 anni ha investigato sistematicamente le fonti letterarie pagane del cristianesimo antico. Diamo una scorsa rapida ad alcuni (soltanto alcuni) dei testi sull’argomento della detta ricercatrice:
Petronio e i Cristiani (1996);
La Chiesa di Roma e la cultura pagana (1998);
Possibili allusioni al Cristianesimo nel romanzo classico del tardo I sec. d.C. (2001);
I romanzi antichi e il Cristianesimo: contesto e contatti (2001);
Aspetti delle interrelazioni tra la società pagana e quella cristiana nel I sec. d.C. (2003);
Indizi della conoscenza del Nuovo Testamento nei romanzieri antichi e in altri autori pagani del I sec. d.C. (2005).
Il testo sulla IV Satira di Giovenale e il supplizio di Giovanni è disponibile al link seguente: http://www.ucm.es/BUCM/revistas/ghi/02130181/articulos/GERI0000120343A.PDF .
Invito quindi quanti hanno letto l’articolo di Blondet a confrontarlo con il testo della Ramelli, che è, come ripeto, la fonte prima utilizzata dal giornalista milanese, il quale ha solo sintetizzato (non senza errori, come quando afferma che Giovenale ha soltanto alluso al patrizio cristiano Acilio Glabrione senza nominarlo: in realtà Giovenale lo ha espressamente menzionato) un discorso storico ancora più complesso e avvincente.
Blondet: perché ti comporti così? Non è infatti la prima volta che ti avvali degli studi di questa insigne antichista senza nominarla. Anche nell’articolo intitolato “Gesù e Roma” (http://www.effedieffe.com/interventizeta.php?id=1445¶metro=storia ) ti sei servito (anche lì col solito trucchetto di citare solo la Sordi) di almeno altri due studi della Ramelli: quello sul “senatoconsulto” del 35 dopo Cristo (di cui la Sordi ha scritto solo la prefazione) apparso nel 2004, e quello sull’epistolario tra l’imperatore Tiberio e re Abgar, il toparca di Edessa, su cui la Ramelli ha scritto più volte (l’ultima nel 2006).
Chi fosse interessato a scoprire qualcosa di più su questa straordinaria erudita vada pure su Google: troverà ampia soddisfazione.
In conclusione, Blondet: un po’ più di fair-play.
Una volta in un articolo di Blondet c’era, pari, pari, un brano da un testo di Evola, non citato.