Il 20 Giugno avevo scritto che Vincent Reynouard e Siegfried Verbeke erano stati condannati dal tribunale di Bruxelles a un anno di prigione senza condizionale e a 25.000 euro di ammende varie. Il tribunale aveva richiesto anche l’arresto immediato dei due imputati. Reynouard ha fatto appello: secondo il suo avvocato la richiesta d’appello non comporta la sospensione della pena, secondo altri due avvocati invece sì, a partire dal momento in cui viene registrata, che è una questione di pochi giorni.
Per quanto riguarda Verbeke, condannato “per difetto”, poiché non si è presentato alle udienze, mi giunge voce che il suo processo dovrà essere riesaminato. Abbiamo anche appreso che lunedì scorso (23 Giugno), verso le ore 20.15, tre membri della polizia belga si sono presentati a casa di Reynouard, presumibilmente per arrestarlo. Il ricercato però è fuggito, forse all’estero. E’ probabile che penda su di lui un Mandato d’arresto europeo.
Quanto a Siegfried Verbeke, è anche lui latitante.
Questi tristi accadimenti dimostrano non solo la disumanità delle leggi antinegazioniste ma anche la malafede di tutti coloro che le hanno volute: se i revisionisti dell’Olocausto raccontassero frottole non ci sarebbe nessun bisogno di sbatterli in prigione!
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