Diversi giornali hanno annunciato due giorni fa – il 26 Giugno – che Vincent Reynouard, già condannato qualche giorno prima a Bruxelles, è stato nuovamente condannato il 25 Giugno dalla Corte d’Appello di Colmar: la condanna è a un anno di prigione (senza condizionale) più 20.000 euro di ammenda (ammenda raddoppiata rispetto alla condanna di primo grado) più altre spese (tra cui quella della pubblicazione della sentenza su svariati giornali): http://www.lemonde.fr/web/depeches/0,14-0,39-35985265@7-37,0.html ).
“E’ un risultato straordinario, che soddisfa la LICRA [Lega contro il razzismo e l’antisemitismo] totalmente”, ha dichiarato all’AFP [Agence France Presse] l’avvocato della Lega Raphael Nisand.
Passiamo ai guai di un altro revisionista, e cioè di George Theil.
Ieri, venerdì 27 Giugno 2008, Theil ci ha fatto sapere, di ritorno dal Palazzo di Giustizia di Grenoble, che la pena di un anno di prigione senza condizionale è stata confermata in appello.
Confermando la sentenza di primo grado, la Corte ha respinto il fatto che la moglie di Theil abbia assoluto bisogno della presenza del marito al proprio fianco;
la Corte ha poi rilevato che Theil “non si considera un delinquente”, che “non ha mai fatto autocritica”, che “ha perseverato nel proprio atteggiamento nonostante la precedente condanna” e che “ammetterlo agli arresti domiciliari (come aveva richiesto) lo avrebbe confortato nelle sue convinzioni”.
Commento di Georges Theil: “L’assenza di “pentimento” e il fatto di aver contestato la versione ufficiale della storia della seconda guerra mondiale mi procurano dunque la prigione [con il regime carcerario della “maison d’arret”]. L’assegnazione ai domiciliari sotto controllo elettronico mi avrebbe dunque confortato nelle mie convinzioni!”
Ricordiamo che le condizioni carcerarie della “maison d’arret” sono più dure del regime normale di detenzione: ai detenuti è proibito sia l’uso del telefono che di internet (http://fr.wikipedia.org/wiki/Maison_d ). Ricordiamo anche che il caso Theil nasce dalla pubblicazione in proprio, da parte del condannato, del seguente opuscolo: http://www.vho.org/aaargh/fran/livres6/DUBREUIL.pdf .
Passiamo a un altro revisionista, questa volta in Germania. Si tratta di Marcel Wöll, 25 anni, che è stato condannato mercoledì scorso a quattro mesi di prigione senza condizionale. La Corte d’Appello di Giessen ha confermato la sentenza di primo grado: nel Marzo del 2007, nel corso di una riunione del suo partito – il NPD – Marcel Wöll aveva messo in dubbio l’Olocausto, definendo l’invio di scolaresche ad Auschwitz come “lavaggio del cervello”, e il Museo di Auschwitz di “luogo del presunto terrore nazionalsocialista”.
Non è finita: ho ricevuto qualche minuto fa un comunicato del prof. Faurisson. Ecco cosa dice:
“A Bruxelles, questa mattina, alle ore 11, dei poliziotti si sono presentati a casa di Madame Reynouard, giovane madre di sette figli. Non avendo trovato Vincent Reynouard, si sono comportati in modo molto aggressivo e hanno minacciato di “tornare alle 5 del mattino” e di “sfasciare tutto” [“tout casser”]”.
Grazie per questo blog. Laura
grazie a te.