Faurisson tornerà prossimamente sui dettagli di quest’affare, in cui Jean-Pierre Azéma e Henry Rousso si sono distinti per la loro intransigenza, laddove altri hanno cercato talvolta di salvare la faccia non senza fare molta confusione.
L’associazione “Liberté pour l’histoire” getta la maschera
Ricevuto dal professor Robert Faurisson il seguente messaggio:
“Creata dal defunto René Rémond e presieduta da Pierre Nora e Françoise Chandernagor, l’associazione “Liberté pour l’histoire” (23-25 rue Jean-Jacques Rousseau, 75001 Parigi) che afferma di lottare contro la proliferazione di leggi commemorative [quelle leggi che, sacralizzando i genocidi, veri o presunti che siano, negano agli storici la libertà di parola e di ricerca], ha tenuto una riunione, il 31 Maggio 2008, nell’aula magna Turgot della Sorbona. Sollecitato da uno spettatore ad esprimersi in modo finalmente chiaro sul conto della prima legge commemorativa, vale a dire la legge Gayssot, detta anche Fabius-Gayssot (promulgata nel 1990 contro i revisionisti), la detta associazione ha infine gettato la maschera. I suoi dirigenti hanno riconosciuto di essere a favore del mantenimento e dell’applicazione di tale legge. Lo spettatore in questione ha evocato il caso di Vincent Reynouard; l’associazione non trova nessun inconveniente nel fatto che questo padre di sette bambini venga, a causa delle sue idee revisioniste, gettato in prigione per una durata di un anno e sia per giunta gravato di pene finanziarie. Pierre Nora ha sussiegosamente dichiarato: “La legge non è mai servita a condannare degli storici ma solo degli storici presunti”.
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