Aveva ragione Le Pen!

Come si ricorderà, il leader del Front National Jean-Marie Le Pen era stato condannato lo scorso febbraio a tre mesi di prigione (con la condizionale) e a 10.000 euro di multa per aver dichiarato nel 2005 che “l’occupazione tedesca in Francia non fu particolarmente inumana” (http://qn.quotidiano.net/esteri/2008/02/08/63796-occupazione_nazista_disumana.shtml ).

Ora una mostra di foto e un libro, appena pubblicato in Francia, sembrano dare ragione a Le Pen (http://www.timesonline.co.uk/tol/news/world/europe/article3998943.ece ). Il libro in questione è 1940-1945 Années Erotiques, di Patrick Buisson, direttore del canale televisivo History Channel. Il libro suggerisce che l’occupazione tedesca incoraggiò la liberazione sessuale delle donne. “E’ un soggetto tabù, una storia che nessuno vuole sentire”, ha detto Buisson. “Può ferire il nostro orgoglio nazionale, ma la realtà è che la gente si adattò all’occupazione”.

“Molti preferiscono dimenticare, ma con i loro mariti detenuti in campi di prigionia, molte donne dormivano non solo con soldati tedeschi ma intrattenevano relazioni erotiche con chiunque potesse aiutarle in tempi difficili”. Buisson dice anche che l’attività sessuale era incoraggiata da un coprifuoco che era in atto dalle 23 alle 5.

Le Monde ha rimproverato l’autore del libro per aver dipinto la vita sotto l’occupazione come “un’orgia gigantesca”.

Anche una vecchia esponente della Resistenza come Liliane Schroeder, 88 anni, si è adirata, ma ha dovuto ammettere che, all’epoca, una giovane donna e un uomo che si sedevano ad un caffè non erano visti come complottisti ma come amanti. Evidentemente, quindi, la polizia tedesca non era così occhiuta.

Buisson ha dedicato un capitolo del suo libro ai cinema, che descrive come luoghi di attività erotica, particolarmente quando fuori faceva freddo. “Con pochi franchi, erano più economici di una stanza d’albergo e, offrendo la doppia protezione dell’oscurità e dell’anonimato, erano propizi ad ogni sorta di effusione”.

Una mostra fotografica del mese scorso, a Parigi, sembra confermare la ricostruzione di Buisson, con immagini dei parigini che si divertono sotto il nazismo.Le fotografie hanno mostrato persone ben vestite che facevano shopping nei boulevard o andavano a spasso nei parchi, affollavano i locali notturni, e persino donne in bikini in piscina.

I membri dell’elite artistica si davano alla baldoria. Simone de Beauvoir e Sartre erano frequentatori di festini che duravano tutta la notte. “E’ stato proprio durante quelle nottate che ho scoperto il vero significato della parola party“, disse la de Beauvoir. Sartre non era meno entusiasta: “Non siamo mai stati così liberi come sotto l’occupazione tedesca“.

“Nell’estate del 1940”, scrive Buisson, “la Francia diventò un grande campo per naturisti. I tedeschi sembravano essersi radunati solo per celebrare un festival impressionante di esercizi ginnici…In questo periodo orribile la vità continuò”.

E’ evidente, alla luce di queste affermazioni, che la condanna di Le Pen è stata doppiamente ingiusta.

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