Nuovi particolari sull’arresto (e susseguente espulsione da Israele) del prof. Finkelstein sono emersi oggi da un articolo di Haaretz: http://www.normanfinkelstein.com/article.php?pg=11&ar=1701 . Appena atterrato all’areoporto di Tel Aviv, venerdì scorso, Finkelstein è stato arrestato da funzionari dello Shin Bet (una delle tre organizzazioni spionistiche israeliane) e detenuto per 24 ore in una cella dell’areoporto. E’ stato interrogato per diverse ore e poi imbarcato su un aereo per Amsterdam, il suo punto di partenza.
Lo Shin Bet ha dichiarato che non è stato permesso a Finkelstein di entrare in Israele “a causa dei suoi contatti sospetti con elementi ostili in Libano” [Hezbollah] e perché le sue risposte in proposito non sono state del tutto esaustive. Tuttavia, in un’intervista telefonica con Haaretz, Finkelstein ha precisato di aver fatto del proprio meglio per fornire ai suoi inquisitori risposte “oneste” ed “esaustive”, e di non aver nulla da nascondere. Ha detto anche, nel corso dell’intervista, di essere giunto in Israele per incontrarsi con uno dei suoi più vecchi e cari amici, Musa Abu-Hashhash.
I suoi carcerieri sono arrivati addirittura a chiedergli se era in contatto con membri operativi di Al-Qaeda!
Finkelstein ha poi aggiunto di essere riuscito a utilizzare il telefono cellulare di un altro detenuto, e di aver chiamato il giornalista israeliano Allan Nairn, il quale ha contattato l’avvocato Michael Sfard. Quest’ultimo si è incontrato con Finkelstein e gli ha detto che era suo diritto fare appello contro la decisione del governo israeliano di bandirlo dal paese per 10 anni. Finkelstein ha però declinato l’offerta.
Sfard ha dichiarato che la decisione di mettere Finkelstein al bando “ricorda il comportamento dei paesi del blocco ex sovietico”.
Ricordiamo che Finkelstein è stato di recente privato della propria cattedra alla De Paul University in seguito alle pressioni della Israel Lobby, in particolare a quelle dell’avvocato Alan Dershowitz.
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