Rapporto di Al Mezan, 1 Marzo 2008[1]
Le forze di occupazione israeliane hanno continuato oggi i loro attacchi contro Gaza. Le operazioni militari hanno ucciso oggi 47 palestinesi. Di questi, 27 erano civili, inclusi dieci bambini e tre donne. Dallo scorso Mercoledì 27 Febbraio l’esercito israeliano ha ucciso almeno 77 persone ferendone circa 130.
I corrispondenti di Al Mezan a Nord di Gaza hanno riferito che alcune persone che erano state ferite durante precedenti incursioni nella zona orientale di Jabalia si trovano ancora per strada. L’esercito israeliano impedisce ai soccorritori e alle ambulanze di raggiungerli.
Alle 4.30 pomeridiane di oggi, la diciassettenne Nirmeen Abu Saif è stata ferita dal fuoco israeliano mentre stava dentro casa. La famiglia ha chiamato l’ambulanza affinché venise a prenderla. Dei funzionari palestinesi hanno contattato l’esercito israeliano affinché desse il benestare per l’arrivo in zona di un’ambulanza. Dopo due ore la risposta è stata positiva. Tuttavia, secondo il guidatore dell’ambulanza Mustafa Saidawi, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco contro l’ambulanza quando questa è arrivata colpendo il guidatore e una delle ruote.
Alle 5.30 pomeridiane, circa, l’esercito israeliano ha lanciato tre missili contro la casa di Khalid Atallah, un attivista ventitreenne di Hamas, distruggendola. La madre di Atallah, la sessantenne Su’ad, e il fratello, il trentacinquenne Ibrahim, sono rimasti uccisi. Altre nove persone sono rimaste ferite.
Più tardi, alle 8.30 circa, l’esercito israeliano ha lanciato dei missili contro la stazione di polizia nella città di Khan Younis. Due poliziotti sono rimasti uccisi e molti feriti a causa di questo attacco.
Mentre a Jabalia le incursioni degli israeliani continuano, circa 40.000 persone in quest’area sono rimaste dall’alba senz’acqua ed elettricità. L’esercito israeliano impedisce alle autorità competenti di raggiungere la zona e di lavorare nei pozzi. Altri due edifici nel campo profughi di Jabalia sono rimasti senz’acqua.
Il Centro Al Mezan per i diritti umani condanna con forza il comportamento degli israeliani a Gaza, che colpisce deliberatamente obbiettivi civili impedendone il soccorso. Questi atti rappresentano una rottura flagrante del diritto umanitario internazionale, che obbliga le forze di occupazione a non colpire persone e cose soggette a protezione, compresi i team medici.
Al Mezan condanna anche l’inerzia della comunità internazionale e le chiede di adempiere ai propri obblighi morali e legali, e di far cessare i crimini israeliani. L’intervento internazionale è richiesto con urgenza, poiché l’aggressione israeliana sta crescendo e le sue vittime aumentando.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://electronicintifada.net/v2/article9357.shtml
Leave a comment