La menzogna dell’Olocausto

LA MENZOGNA DELL’OLOCAUSTO AUTOASSISTITO

Di Friedrich Paul Berg (1997)[1]

Sul canale The Learning Channel della televisione americana, alcuni programmi recenti hanno descritto in dettaglio l’orribile esecuzione di un prigioniero, David Lawson, che aveva rifiutato di collaborare con i suoi esecutori. Lawson venne giustiziato il 15 Giugno del 1994, a Raleigh, Carolina del Nord. In quella che fu una delle ultime condanne a morte eseguite tramite gas, Lawson trattenne ripetutamente il respiro il più a lungo possibile prendendo solo qualche breve boccata negli intervalli. Secondo alcuni resoconti il prigioniero era anche debole di mente. Forse è per questa ragione che fece qualcos’altro fuori dell’ordinario; egli si appellò ai suoi giustizieri e ai testimoni durante l’esecuzione. Ripetutamente, mentre prendeva le sue brevi boccate, egli gridò: “Sono umano!”. All’inizio il suo grido era chiaramente percepibile ma con il passare dei minuti divenne sempre meno comprensibile fino a quando, più di dieci minuti dopo l’inizio dell’esecuzione, era rimasto solo un brontolio. Egli morì solo dopo diciotto minuti. I testimoni erano inorriditi. Il direttore della prigione che aveva anche supervisionato l’esecuzione era così scosso che si dimise. A causa di questo fiasco, le esecuzioni con gas tossico sono state generalmente abbandonate negli Stati Uniti e rimpiazzate con iniezioni letali.

E’ chiaro adesso agli esperti, e specialmente a coloro che stanno aspettando nei bracci della morte, che un’esecuzione veloce e indolore per mezzo di gas richiede la cooperazione della vittima designata. I prigionieri che stavano per essere gasati venivano solitamente incoraggiati ad inalare profondamente non appena il cianuro veniva sprigionato per facilitare la propria morte. Tuttavia, se una vittima designata non era cooperante, l’esecuzione sarebbe diventata facilmente un fiasco. L’agonia – anche nelle condizioni più favorevoli – poteva durare più di diciotto minuti semplicemente rifiutando di fare i respiri profondi necessari ad ingerire rapidamente una dose letale di cianuro.

Una procedura di esecuzione che utilizzava la tecnologia più moderna, con una concentrazione di gas mortale che avrebbe dovuto uccidere in pochi secondi, è stata ostacolata da almeno una vittima designata semplicemente trattenendo il respiro. Una procedura di esecuzione che avrebbe dovuto essere indolore e rapida si è dimostrata tanto poco pratica che è ora generalmente accantonata. Una procedura di esecuzione che ha sprigionato una concentrazione di cianuro estremamente letale in pochi secondi, ha impiegato nonostante tutto diciotto minuti per uccidere una singola vittima debole di mente.

A questo punto dovrebbe essere ovvio che le dicerie dell’Olocausto Ebraico su gasazioni di massa con Zyklon B e CO [monossido di carbonio] sono spazzatura. Gli spezzoni di prova approssimativi e zeppi di errori di queste dicerie mostrano che i metodi di gasazione nazisti possono essere definiti perlomeno primitivi. Invece di sprigionare una concentrazione mortale in pochi secondi, questi metodi potevano sprigionare concentrazioni mortali solo a stento dopo molti minuti.

La maggior parte delle esecuzioni dell’Olocausto, più di tre milioni, vennero presuntamente inflitte con esalazioni Diesel. Se i motori diesel fossero stati azionati al minimo, o addirittura quasi al minimo, le esalazioni non sarebbero state mortali nel modo più assoluto a prescindere dai tempi di esposizione; le esalazioni avrebbero contenuto meno dello 0.1% di CO e circa il 18% di ossigeno. Ma, anche con i motori operanti con carichi pesanti, la qualcosa è possibile solo con il collegamento di un’ ingombrante attrezzatura ai detti motori, le esalazioni sarebbero state mortali solo a stento: avrebbero infatti contenuto meno dello 0.4% di CO e più del 6% di ossigeno.

Per le presunte gasazioni con cianuro avvenute ad Auschwitz ed eventualmente a Majdanek, ma in nessun altro posto secondo la storia dell’Olocausto, il cianuro si sprigionava presuntamente da granuli di Zyklon B gettati sia sopra la testa che in mezzo ai piedi delle vittime designate, o dentro colonne perforate. In ognuno di questi scenari, il cianuro si sarebbe sprigionato lentamente; questo è dopotutto il vero scopo dello Zyklon B: sprigionare una quantità limitata di cianuro lentamente. In condizioni normali uno strato di Zyklon spesso fino a un centimetro avrebbe richiesto mezz’ora per sprigionare metà del suo veleno. La presenza di una folla di vittime designate strettamente stipate e urlanti avrebbe ritardato il processo anche di più. Sebbene molti sarebbero potuti morire nei tempi descritti [dai testimoni] molti altri sarebbero sopravvissuti: e questo sarebbe stato un fiasco. Cosa avrebbero fatto gli esecutori con i sopravvissuti? Li avrebbero riportati alle baracche dove avrebbero potuto descrivere quello che era successo o li avrebbero sottoposti a un’altra gasazione? Dopo aver separato le vittime chiaramente sopravvissute dai morti, come avrebbero identificato ed eliminato quelli semplicemente storditi o svenuti o che fingevano di essere morti? La risposta è che ogni progetto di gasazione di massa davvero realistico avrebbe dovuto prevedere l’uccisione di tutte le vittime. Altrimenti, avrebbe avuto lo stesso fardello emotivo per gli esecutori che presuntamente erano stati incaricati delle gasazioni di massa come alternativa [meno traumatica] alle fucilazioni.

L’esperienza americana con semplici esecuzioni con il gas in condizioni ideali prova che le gasazioni di massa degli ebrei sarebbero state possibili solo se le vittime ebree – non solo alcuni ebrei, ma tutti – avessero cooperato alla loro esecuzione; tutto ciò è troppo incredibile. La storia dell’Olocausto auto-assistito è davvero una menzogna.
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale può essere consultato in rete all’indirizzo seguente: http://www.codoh.com/gcgv/gcgvself.html

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