La vergogna asimmetrica dell’Occidente

La vergogna asimmetrica dell’Occidente

L’OLOCAUSTO EBRAICO E L’ORGOGLIO EBRAICO

Di Charles Dodgson, 25 Novembre 2008[1]

Il 22 Novembre del 2007 è caduto il 75° anniversario dello sterminio degli ucraini da parte della polizia politica di Stalin – il temuto NKVD [Commissariato del Popolo per gli Affari Interni] – le cui vittime vengono stimate fino a 10 milioni. Questa burocrazia rappresentò il culmine della “correttezza politica”, avendo ucciso decine di migliaia di agricoltori e di paesani perchè la regione presa di mira aveva resistito alla collettivizzazione. La pratica dello sterminio politico venne iniziata da Lenin subito dopo che Trotsky lo aveva portato al potere. Stalin ereditò e sviluppò la pratica e il suo apparato.

Fino agli anni successivi alla seconda guerra mondiale, i ranghi superiori del NKVD erano rappresentati soprattutto da ebrei. Si trattava di ebrei secolarizzati i quali, da buoni comunisti rifiutavano le differenze etniche e razziali, poiché le consideravano un prodotto della società borghese. Ma conservarono la propria identità ebraica;[2] conoscevano i loro antenati.

Gli ebrei non provano rimorsi per la carestia ucraina. Non chiedono scusa per questo evento. Non la indicano come una manchevolezza del carattere o della cultura ebraica. Si tratta di un’enorme incoerenza. Da un lato gli ebrei si sentono orgogliosi per le conquiste positive conseguite da altri ebrei, sia religiose che civili. Ma come può l’orgoglio essere etnico e incondizionato quando la vergogna è condizionata e parcellizata? Non è un segno di incoerenza che qualcuno si senta orgoglioso per le conquiste del proprio gruppo etnico ma non provi vergogna per le sue manchevolezze?

Alexander Solgenitsin ha fatto un ragionamento simile nel suo ultimo libro, Duemila anni insieme. L’orgoglio di gruppo procede di pari passo con la vergogna. Egli ha scritto: “Gli ebrei dovrebbero sentirsi offesi dal proprio ruolo nelle purghe allo stesso modo in cui lo sono verso il potere sovietico che li ha perseguitati”.[3] Riguardo alla vergogna dei bianchi, il nostro collega Michael J. Polignano ha sostenuto in modo stringente che quelli che condannano i bianchi per il comportamento di altri bianchi ammettono implicitamente la legittimità dell’orgoglio dei bianchi per le conquiste dell’Occidente (Occidental Quarterly, primavera 2008, pp. 3-6).[4]

Ritengo che l’incoerenza sia una delle prerogative della condizione umana. Ma in questo caso l’incoerenza è più grande di un semplice difetto della natura umana, perché ad altri gruppi etnici e ad altre nazioni non è permesso di dimenticare i propri peccati, almeno nei casi in cui i peccati sono stati commessi contro gli ebrei. Ai tedeschi viene insegnato dai propri media e nelle scuole a provare vergogna per le azioni di un servizio segreto pagano che uccise milioni di ebrei e di zingari durante la seconda guerra mondiale [Non è vero, qui l’autore prende un granchio, come ben sa chi conosce la letteratura revisionistaN. d. T.]. La responsabilità viene estesa ai tedeschi in generale, non solo ai pagani o a quelli che sostennero la politica di sterminio di Hitler.[5] La vergogna è etnica e incondizionata. Solo l’orgoglio, quando riguarda i tedeschi, deve essere condizionato e parcellizzato. Lo stesso tipo di vergogna etnica generalizzata viene insegnato ai bianchi in molte nazioni. Sembra che abbiamo fatto tutti qualcosa di terribile, nel corso della storia, sia che si tratti del colonialismo, che dello sfruttamento, della discriminazione, della segregazione, ecc. E si sa che quando diciamo “noi” intendiamo la nostra comunanza etnica. Il crimine varia ma la vergogna rimane la stessa.

C’è una buona dose di verità in molte di queste accuse. Lo stato tedesco ha commesso l’Olocausto [Idem come sopraN. d. T.]. Gli inglesi, gli spagnoli, i portoghesi, i russi, gli olandesi, e i francesi hanno soppiantato le popolazioni native nelle Americhe, in Africa e in Australasia.[6] I neri hanno subìto la discriminazione negli Stati Uniti. Il colonialismo e l’espansione etnica hanno i loro lati oscuri.

Nelle accuse c’è anche una certa verità morale, anche se sono indiscriminate. Ma è una morale confezionata in modo tale che l’identità di gruppo, quando sia associata ad un residuo di orgoglio, renda ipocrita il sentirsi orgogliosi ma non vergognosi per il comportamento del proprio gruppo. Una storia della Germania che non menzionasse la seconda guerra mondiale o l’Olocausto sarebbe giustamente liquidata come propaganda. Qualcuno riesce a immaginare una storia degli Stati Uniti che non ammetta le nefandezze dello schiavismo o di Jim Crow?[7]

Ma non abbiamo bisogno di immaginare una storia degli ebrei che ometta di menzionare il ruolo ebraico nella rivoluzione russa o nei regimi comunisti dell’Europa orientale del periodo successivo alla seconda guerra mondiale, o nei tentativi rivoluzionari bolscevici in Germania dopo la prima guerra mondiale o nello spionaggio sovietico. Basta consultare un libro qualsiasi nella sfilata apparentemente senza fine di testi di storia ebraica, molti dei quali prodotti dai dipartimenti di studi ebraici in università pagate dai contribuenti.

L’incoerenza va anche oltre. Le organizzazioni ebraiche condannano all’unisono le società occidentali, le tradizioni occidentali, e lo stesso cristianesimo, per i passati crimini contro gli ebrei. Ma non parlano mai dei crimini ebraici.

E’ dificile dire quale effetto abbia avuto sulla capacità dell’Occidente di difendere i propri interessi nelle guerre culturali questa vergogna asimmetrica; a parte il fatto che l’effetto è stato sicuramente negativo. Un terreno di competizione uniforme non verrà raggiunto fino a quando i testi di storia ebraica, i musei dell’Olocausto, e i dipartimenti di studi ebraici non compieranno lo stesso sforzo di autoconoscenza e di autocritica che gli ebrei hanno sollecitato presso le nazioni non ebraiche.

Charles Dogson è lo pseudonimo di un sociologo che vive in Inghilterra
[1] Traduzione di Andrea Carancini. Il testo originale è disponibile all’indirizzo: http://www.theoccidentalobserver.com/authors/Dodgson-Ukraine.html
[2] http://www.theoccidentalobserver.com/authors/Dodgson-Ukraine.html
[3] http://www.guardian.co.uk/world/2003/jan/25/russia.books
[4] http://theoccidentalquarterly.com/
[5] http://www.amazon.com/Hitlers-Willing-Executioners-Ordinary-Holocaust/dp/0679772685
[6] http://it.wikipedia.org/wiki/Australasia
[7] http://it.wikipedia.org/wiki/Jim_Crow

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